Aumento dei reati in rete e furti di dati sensibili
La Polizia Postale on line ha riscontrato in questo periodo di quarantena, in cui in tanti si sono avvalsi di pc, tablet e smartphone per effettuare acquisti, non potendolo fare direttamente, una notevole impennata di reati connessi alla rete considerando che anche i più piccoli per motivi scolastici hanno aumentato le ore di navigazione.
Ha quindi lanciato un allarme e messo in guardia gli utenti e navigatori. Vi segnaliamo alcuni tentativi fra i più comuni.
Anche la direzione dell’Inps invita alla massima allerta. Attenzione: è in atto un tentativo di truffa tramite il cosiddetto phishing, la truffa informatica effettuata inviando un’e-mail con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, in cui si invita il destinatario a fornire dati riservati come numero di carta di credito, password e altre informazioni private. L’Inps avvisa gli utenti che è in corso un tentativo di truffa «finalizzata a sottrarre fraudolentemente il numero della carta di credito, con la falsa motivazione che servirebbe a ottenere un rimborso o il pagamento del Bonus 600 euro». L’invito a tutti gli utenti è «a ignorare email che propongono di cliccare su un link per ottenere il pagamento del Bonus 600 euro o qualsiasi forma di rimborso da parte dell’Istituto».
Ma non è la sola. Ecco un’altra molto in voga.
“Abbiamo sospeso le sue utenze postali per mancata sicurezza web”. Inizia così l’SMS che sta arrivando sul dispositivo di tantissimi utenti.
Come al solito la creatività dei criminali è sorprendente.
Raccomandiamo sempre di non cliccare sui link indicati nei messaggi e di non inserire MAI i propri dati personali. Gli Istituti di credito NON chiedono per sms, telefono, email o whatsapp di comunicare le proprie credenziali.
Tra le truffe più insidiose c’è quella dello squillo.
Arriva una telefonata da un numero estero. Poco dopo ne arriva un’altra. A quel punto la curiosità spinge alcune persone a richiamare il numero, cadendo nella trappola dei truffatori. Può sembrare uno scherzo, ma arriva a costare anche 1,5 euro al secondo.
Si tratta della truffa “Wangiri”, quindi attenzione alle telefonate che arrivano dall’estero, in particolare dalla Tunisia (+216) e dall’Inghilterra (+44), ma anche da altri paesi.
Non richiamate i numeri sconosciuti, e, se non ne avete necessità, chiedete al vostro operatore di inibire le telefonate all’estero, in modo da non cadere nella rete dei truffatori nemmeno per sbaglio. Se doveste avere sospetti su eventuali squilli dall’estero segnalatelo su (https://www.commissariatodips.it/segnalazioni/index.html).
Anche uno dei colossi dell’ e-commerce è stato coinvolto.
“Il tuo account è stato bloccato!!!”: E’ il messaggio contenuto in una falsa email Amazon, che informa l’utente di un inesistente blocco avvenuto sul proprio account.
Abili truffatori, utilizzando il logo della famosa azienda di vendita online, e simulando l’indirizzo e-mail del Servizio clienti, informano l’utente che, a seguito di (inesistenti) tentativi di accesso non autorizzato, l’account sarebbe stato bloccato, e che per ottenerne lo sblocco occorrerebbe cliccare sul link indicato.
Quel link, però, conduce l’utente all’interno di un sito di phishing, che riporta il logo contraffatto di Amazon ed un pulsante “crea un nuovo account” o “avvia sessione”.
Una volta cliccato su tale pulsante, l’utente viene indotto ad inserire le proprie credenziali di accesso, dati personali ed i codici bancari, che finiscono così nelle mani dei cyber-criminali.
Insomma la criminalità si aggiorna e si adegua ai tempi e questi esempi di truffe ed adescamenti sono solo una minima esemplificazione di quello che avvenuto nel periodo di massima connessione in rete legato all’emergenza coronavirus.