Noi usciamo, ma con le dovute cautele

La Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 15 maggio 2020, emanata dal Presidente della Repubblica con il D. L. 16 maggio n° 33, che contiene ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, fa ripartire le attività economiche e sociali del Paese e ci proietta a pieno regime in questa seconda fase. Quindi, trascorsi e gestiti responsabilmente i quattordici giorni della precedente fase, ora meritatamente siamo passati a queste ulteriori misure espansive tanto ambite da noi cittadini che adesso abbiamo più libertà negli spostamenti regionali e dal 3 giugno anche interregionali, proporzionate queste ultime al rischio epidemiologico effettivo. Fra l’altro all’interno delle nostre Regioni lo possiamo fare senza dovere compilare i moduli autocertificativi e i suoi continui aggiornamenti che erano dettati da nuove esigenze; ma sempre nel rispetto delle varie disposizioni preventive a cui ci siamo abituati da circa tre mesi e mezzo, perché non abbiamo sconfitto il coronavirus2, ma solo contenuto la sua diffusione e quindi la sua forza letale, con differenze, anche significative, tra Regioni.

  Nulla invece dimostra il suo presunto “indebolimento”. Anzi, il rappresentante italiano all’OMS Walter Ricciardi e consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, in un’intervista ha detto che “sicuramente” in autunno ci sarà una seconda ondata epidemiologica, e che se si riaprirà tutto frettolosamente, questa potrà arrivare già in estate. Non si riporta ciò per fare terrorismo o per vedere a priori solo il mezzo bicchiere vuoto, proprio perché non è una questione di ottimismo o pessimismo, umori che attengono soltanto alla sfera emotiva individuale, ma di realismo basato su dati oggettivi  osservabili da tutti gli esperti in materia. Questa volta il parere unanime degli scienziati è quello di scegliere la via della prudenza e non quella di cedere a troppo facili entusiasmi.    

  Comunque, soprattutto le riaperture di tante altre “saracinesche”, differenziate dai Governatori di Regione in base alle esigenze dei loro rispettivi territori, erano attese come ossigeno nei polmoni dei negozi di scarpe e di abbigliamento, dei ristoranti, dei bar, dei parrucchieri e dei centri estetici, e a cui se ne aggiungeranno altre dal 3 giugno fino al 15 dello stesso mese, quando riapriranno anche le sale cinematografiche e i teatri. Probabilmente il 13 riaprirà la “saracinesca” anche il campionato di serie A, ma rigorosamente con stadi a porte chiuse.

  Quest’ultime riaperture di cui sopra saranno possibili solo se noi cittadini gestiremo queste ulteriori due settimane altrettanto responsabilmente, e anzi di più, delle due appena trascorse. Infatti, le attuali riaperture e allentamenti negli spostamenti sono stati possibili solo grazie al “conforto” dei numeri ufficiali dei contagiati e dei decessi che continuano a scendere, e a quelli dei guariti che continuano a salire, determinati appunto dalla nostra responsabile e civile osservanza delle prescrizioni precedenti. Certo, purtroppo ieri i decessi sono stati 145: cifra sempre dolorosamente alta, ma che rapportata al picco dei 969 decessi raggiunti il 27 marzo scorso, tale numero giornaliero decrescente resta comunque un dato statisticamente importante. Per trovarne qualcuno simile dobbiamo tornare indietro ai primi di marzo, prima del DPCM dell’08 marzo “restiamo a casa”, quando i decessi in tale giorno erano stati 366.

  Il Presidente del Consiglio Conte ha detto che non è ancora il momento di abbassare la guardia, e io  condivido in pieno. Se prima lo slogan messo in pratica da tutti, o quasi, era “iorestoacasa”, oggi esso deve trasformarsi in “ioescoconledovutecautele”. Non è difficile vedere persone che non lo applicano e i commenti in proposito sui social non sono dei più rassicuranti, ma sappiamo che la maggioranza di noi è responsabile e civile, che si preoccupa di se stessa e degli altri. Purtroppo c’è anche questa minoranza di scervellati che se ne frega degli altri e di se stessi. Questa è gente ignorante e disinformata, facilmente e vicendevolmente influenzabile e soprattutto pericolosa per il contenimento dell’epidemia. In pratica sono dei potenziali, anche se inconsapevoli, “untori”. Noi tentiamo di renderla più consapevole e bene informata, ma ci affidiamo anche alla maggioranza delle persone responsabili per divulgare la situazione attuale.