BTP a ruba! È vera gloria?

La notizia è di quelle scarne: l’asta dei BTP Italia è andata meglio del previsto perché lo stato ha rastrellato più di 20 miliardi offrendo un titolo a cinque anni che rende attorno al 1,5%. In realtà non è notizia da poco e ha alcuni significati evidenti:
– è la metà della super operazione di rilancio dell’economia; quindi questo significa che non abbiamo bisogno di indebitarci verso l’estero, basta pagarlo e il risparmio c’è, e ben volentieri esce dai salvadanai;
-in Italia si può ancora pagare un rendimento positivo e quindi è il paese di begodi per i grandi ricconi del mondo ed è la ragione per cui si vuole da parte di costoro che l’Italia prenda a prestito danari che loro sono ben felici di prestare;
– se quel risparmio fosse meglio utilizzato (anzichè dedicarlo a riempire i buchi del debito pubblico) magari rilanciando le banche, potrebbe essere un propellente fortissimo dello sviluppo della nostra economia;
– se si comunica bene un promettente progetto, la gente comprende e segue; se il governo ha un grande piano di rilancio dell’economia salvando il sistema delle banche, certamente la gente raccoglie l’invito e sottoscrive;
– se a tutt’ora la situazione è bloccata è perchè non c’è una idea credibile.
Quindi la politica deve avere una idea e un progetto credibile e coinvolgente; nel caso odierno il BTP così entusiasticamente accolto ha fatto leva sulla voglia di uscire dalle angustie della epidemia; i risparmiatori, anche per dare un segnale alle meschinità dei nostri politici accattoni e dei loro distinguo, hanno messo fuori il proprio orgoglio di italiani; l’hanno fatto con attenzione facendosi allettare da un generoso rendimento; ma hanno dimostrato che le forze ci sono e sono poderose.
Gli italiani hanno voluto dire alto e forte che possiamo farcela se solo lo vogliamo e se alle angherie del rigore sostituiamo l’ariosità della progettualità, della fiducia e della collaborazione.