Agricoltura, scegliamo il made in Italy. Meglio il chilometro zero

Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia  può arrivare ad abbattere fino a 1000 chili di anidride carbonica l’anno. E’ stato ad esempio calcolato che un chilo di prugne dal Cile devono volare 12mila chilometri con un consumo di 7,1 kg di petrolio che liberano 22 chili di anidride carbonica, mentre l’uva dal Perù percorre quasi 11mila chilometri con un consumo di 6,5 chili di petrolio e l’emissione di 20,2 chili di anidride.

La Puglia può contare su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione, 276 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 11 prodotti DOP (5 oli extravergini, patata novella di Galatina, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola, caciocavallo silano, oltre alla DOP ‘mozzarella di Gioia del Colle’ in via di definizione comunitaria), 9 IGP per l’olio di Puglia, la lenticchia di Altamura, la burrata di Andria, la Cipolla Bianca di Margherita, l’Uva di Puglia, il Carciofo Brindisino, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e le Clementine del Golfo di Taranto e 29 vini DOC e 6 IGP, oltre a 632 varietà vegetali a rischio estinzione.

Promuoviamo il Made in Italy e se è possibile il Made in Puglia con le sue eccellenze.

Anche perchè il settore dell’agricoltura ha subito in questo periodo gravi danni ed è afflitto da diversi problemi.

Nei giorni scorsi si sono tenuti sopralluoghi dell’Ispettorato agrario della Regione Puglia, accompagnati dai tecnici di Coldiretti BARI e BAT, per la verifica dei danni in campagna causati dalle gelate del 24 e 25 marzo scorsi con le gravi ripercussioni su mandorli e ciliegi nelle campagne pugliesi e la perdita secca di prodotto, con un crollo del raccolto di mandorle fino al 90% e delle ciliegie primizie dell’80%.

E’ stata strage in campagna per il gelo anche per primizie come i piselli, verdure in pieno campo come asparagi, carciofi, finocchi, cicorie, con gravi danni sul grano e sulle patate, sugli alberi da frutto come i ciliegi, sui mandorli, fino ad arrivare alle gravi gelate a carico dei vigneti di uva va da tavola e da vino, con la repentina ondata di gelo che ha interessato anche gli impianti irrigui e le tubature con l’acqua trasformata in stalattiti di ghiaccio.

L’agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali.

Una situazione drammatica nelle campagne destinata ad avere ulteriori e pesanti effetti anche sull’andamento dei prezzi per i consumatori che hanno fatto già registrare sugli scaffali incrementi che vanno dal +8,4% frutta al +5% per la verdura ad aprile secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat che rileva aumenti anche per pesce surgelato (+4,2%), latte (+4,1%), salumi (+3,4%) pasta (+3,7%), burro (+2,5%), carni (+2,5%) e formaggi (+2,4%) per effetto dello sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni ai mercati al dettaglio e ai consumi fuori casa con l’emergenza coronavirus.