La coppia, scoppia
“Tra moglie e marito non mettere dito”, dice un proverbio.. Nei mesi scorsi, un imprevedibile ed imprevisto nemico silente si è “intromesso” in moltissime coppie. Un nemico inaspettato, invisibile è entrato nelle nostre case, ma, soprattutto si è insinuato nelle nostre famiglie, addentrandosi nei meandri delle relazioni di coppia. Ha stravolto le nostre certezze, il nostro “concetto” di libertà, pregiudicando i nostri “equilibri”, accentuando i nostri limiti, esasperando le nostre debolezze. Un amante? No! Una suocera? No! La noia? No! Mi riferisco al Covid 19 che, per molte famiglie, è stato molto piu invasivo e disgregante di qualsiasi altra spiacevole “interferenza”.
Moglie e marito, si sono ritrovati, improvvisamente, l’uno difronte all’altro per mesi, senza poter “scappare via”, senza poter “distrarsi” dalla routine della quotidianità, dalle tensioni, dai problemi esistenti! La convivenza forzata, la condivisione degli spazi e dei tempi, la divisione dei compiti genitoriali, hanno trasformato molte famiglie in bombe ad orologeria. Anche la coppia più salda ed affiatata, è stata messa a dura prova.
Nella vita ordinaria, ogni coniuge, ogni compagno riesce a ritagliarsi i propri spazi con il lavoro, con lo sport, con gli amici, con i propri hobbies, ma, nel periodo di quarantena si è stati “costretti” a “stare insieme”. Alcune coppie, hanno ritrovato un canale di comunicazione, hanno ricominciato a parlare, a ritrovare quell’intimita spesso travolta dai tanti impegni, ad apprezzare la propria famiglia come unica certezza a cui aggrapparsi, ad associare la propria libertà al concetto di solidarietà verso il coniuge, ma, purtroppo, non è stato sempre così. Per molte coppie, la convivenza forzata è stata determinante, un banco di prova inevitabile. In alcuni casi, è bastato un problema banale per far scoppiare litigi furibondi, purtroppo, spesso violenti,il tutto davanti ai propri figli, innocenti ed inermi spettatori. In altri casi, i dubbi sulla fedeltà dei propri compagni, si sono trasformati in certezze sulle loro relazioni extraconiugali. Un cambio di abitudine; l’improvvisa ed eccessiva cura del proprio corpo; il telefonino controllato “a vista” o “protetto” con pin; le lunghe “permanenze” in bagno; la voglia improvvisa di andare al supermercato o di uscire con il cane, sono stati tutti segnali sufficienti ad insinuare il sospetto della “presenza scomoda” di una terza persona, dell’esistenza di verità nascoste, di relazioni extraconiugali intrattenute prima della pandemia o nate durante il periodo di quarantena, attraverso i social. Il tradimento, anche se non si concretizza necessariamente in adulterio, squarcia il cuore di chi lo subisce, perché incrina la “comunione morale” (rispetto, affidabilità, fiducia, stima, condivisione di ideali e principi), sulla quale si fonda anche giuridicamente il matrimonio e crea una “distanza” tra i coniugi, sicché diventa più difficile rimanere, che andare via.
Queste situazioni sono state ancora piu dolorose, durante la quarantena, atteso che, i coniugi, sono stati costretti a continuare a vivere sotto lo stesso tetto. Per questo, gli avvocati matrimonialisti, impossibilitati a ricevere i propri assistiti e avendo difficoltà ad accedere nei Tribunali, hanno svolto una “funzione” socialmete rilevante ed indispensabile, per impedire che queste crisi sfociassero in episodi di violenza dall’esito pericolosamente imprevedibile. Hanno cercato di sedare questi conflitti, esercitando la professione con solidarietà e “generosità”, svolgendo un ruolo piu di “mediatori” che di avvocati, cercando di “calmare” i propri assistiti ed impedendo loro di assumere decisioni affrettate, dovete anche ad una straordinaria situazione di stress. Colpa del coronavirus? Anche! Sta di fatto che, come previsto, le richieste di separazione coniugale, dopo la fine della quarantena, stanno aumentando, purtroppo, in maniera esponenziale, a riprova dello “scompenso” sociale e non solo economico, causato dalla pandemia.