Quel gioco mafioso che tiene al giogo

Pochi giorni fa la DIA ha eseguito, a Castelvetrano (TP), un decreto di sequestro di beni nei confronti di un imprenditore, attivo nel settore dei giochi e delle scommesse, indiziato di appartenere a Cosa nostra. Secondo le indagini, l’espansione in Sicilia occidentale delle agenzie di scommesse e gioco illecito era strettamente collegata agli interessi del gruppo sodale di Matteo Messina Denaro.

Il mercato delle scommesse sportive è cresciuto in maniera esponenziale durante questi ultimi anni e, nonostante la flessione degli ultimi mesi dovuta al lockdown, resta un settore in rapido sviluppo. Non è certo un caso che le varie mafie hanno messo gli occhi su questo ricchissimo filone economico in grado di garantire ingenti profitti, anche illeciti, a basso rischio. Riscontri investigativi, ad esempio, hanno, nel tempo, evidenziato gli interessi dei Casalesi, dei Misso, dei Mazzarella anche nel settore del gioco, attraverso il riciclaggio di denaro in settori quali il bingo, la raccolta delle scommesse sportive ed ippiche, i videopoker. Nell’ambito delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore sono stati registrati accordi di reciproco vantaggio tra esponenti di sodalizi di diversa estrazione, finalizzati a garantire, tra l’altro, ampie possibilità di riciclaggio dei proventi illecitamente acquisiti.

Recentemente il Ministro dell’Interno Lamorgese ha lanciato l’allarme sul rischio di infiltrazioni criminali nella fase di riavvio delle attività economiche. L’emergenza genera illegalità, si sa, e si possono individuare profili di preoccupazione anche per tutte quelle attività economiche legate al gioco e alle scommesse. A ciò si aggiunga che il senso di insicurezza, la necessità di trovare una fuga dallo stress, dalle difficoltà, e dalla sofferenza di una vita inaspettatamente mutata, può trovare sfogo nel gioco d’azzardo.

E così corse di cavalli, competizioni tra animali e attività di gioco e scommesse clandestine diventano un illusorio strumento di riscatto economico. Ad arricchirsi, ovviamente, è solo la criminalità, pronta a sfruttare il senso di disorientamento, la ricerca disperata di una fortuna che non arriva, l’angoscia e il disagio psicologico che accompagnano il gioco d’azzardo. Del resto, le mafie fanno leva proprio su questo, sulla debolezza e la fragilità umana. Non tutti i danni procurano dolore e non sempre la vittima si rende conto del danno che subisce e delle sofferenze psicologiche che questo le procura: il danno è tanto più grave quanto più la vittima ne è inconsapevole. E anche questo è un modo per dominare e controllare: le mafie impoveriscono il territorio non solo economicamente, impedendo qualsiasi forma di imprenditoria libera e sana, ma anche alimentando la fragilità delle persone, la povertà sociale; e laddove vi è miseria, in tutte le sue manifestazioni, vi sono coloro che si arricchiscono, in tutti i sensi.

Ciro Troiano

criminologo, responsabile Osservatorio Zoomafia LAV