Rifiuti e criminalità: il Covid fornisce materia prima alla malavita

Secondo l’Istituto superiore di Sanità saranno buttati nell’indifferenziata quasi trecento mila tonnellate di rifiuti provenienti dallo smaltimento di mascherine, guanti e, più in generale, dispositivi di protezione individuale. Il calcolo è dell’Istituto Superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) che stima il peso medio tra chirurgiche, Fp2 e Fp3 di 11 grammi ciascuna (per 410 tonnellate di spazzatura giornaliera).

A 830 tonnellate ammonta il peso moltiplicato per tutte le coppie di guanti utilizzate.

Ai dpi, mascherine e guanti, si aggiungono anche tutti i prodotti monouso che creano problemi in quanto difficilmente smaltibili come le confezioni per i take away dei bar, pizzerie e ristoranti, i mantelli di tessuto-non tessuto utilizzati da estetisti e parrucchieri, ma anche le visiere indossate da cassiere e personale sanitario.

E siccome il  traffico illecito dei rifiuti non si ferma mai. Il rischio è che l’emergenza Covid-19 faccia deflagrare una situazione già compromessa. La questione è stata di recente esaminata dalla commissione Ecomafie del Parlamento; la mafia è molto interessata a questo tipi di business.

E il blocco delle frontiere non ha permesso nei due mesi di lockdown di portare fuori dal Paese i rifiuti, non essendo l’Italia autosufficiente.

Ogni anno portiamo all’estero, principalmente verso Austria, Portogallo, Slovenia, Spagna, Bulgaria, Tunisia, Cipro, Slovacchia e Germania  465 mila le tonnellate di immondizia.  Per non mandare in crisi il sistema di smaltimento, nel pieno dell’epidemia, il ministero dell’Ambiente è stato costretto a emanare una circolare  per aumentare i quantitativi di rifiuti che si possono accumulare in discarica e che possono essere bruciati nei termovalorizzatori di nuova generazione e a bassissimo impatto ambientale.

Proprio nel nostro sud ne siamo sprovvisti, cosa di cui approfitta la criminalità organizzata.

Se però vogliano almeno ridurre il problema, qualcosa anche noi ogni giorno nel nostro piccolo possiamo farla, tutelando anche noi stessi e l’ambiente: utilizzare mascherine e guanti di cotone lavabili. Non è tantissimo, ma una goccia con altre migliaia di gocce compone l’oceano; una mascherina in meno, moltiplicata migliaia di volte, sicuramente alimenterà meno il mercato dei rifiuti e conterrà l’inquinamento del territorio in cui viviamo.