Lo scenario perverso

La realtà supera l’immaginazione e sovente questo accade nei crimini più cruenti, come quello portato alla luce nei giorni scorsi dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Siena, con il coordinamento della Procura dei Minori di Firenze: bambini abusati sessualmente e torturati fino alla morte. Le sevizie progredivano in base al pagamento di somme in criptovalute (Bitcoin): più si pagava più si alzava il livello di violenza e crudeltà. Il tutto tramite “dark web”.

Finora, l’operazione “Delirio”, avviata nell’ottobre 2019, ha portato alla denuncia di 25 persone, di cui 19 minorenni residenti in 13 province italiane, accusati di diffusione e detenzione di materiale pedo-pornografico ed istigazione a delinquere. L’esistenza di siti criptati dove assistere a pagamento a sevizie di ogni tipo in diretta, che terminano quasi sempre con la morte del bambino, compiute verosimilmente nel sud est asiatico, è emersa grazie a perquisizioni eseguite a carico di due minorenni, un ragazzo e una ragazza entrambi 17enni.

Secondo quanto diffuso dagli investigatori e riportato dalle agenzie, vi erano diversi costi: per vedere video registrati si paga meno, mentre per assistere in diretta a sevizie che terminano con la morte del bambino si paga molto di più. Non solo, vi è la possibilità di interagire, sempre a pagamento, con i seviziatori, chiedere ad esempio di praticare una determinata sevizia. Le richieste in diretta hanno costi molto rilevanti e assicurano proficui guadagni alle organizzazioni criminali straniere coinvolte. Le investigazioni hanno consentito di accertare le modalità di accesso al deep web, dove vengono diffuse le immagini dell’orrore: esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali compiuti in danno di animali, estrapolazioni di organi, castrazioni, pedopornografia a danno di bambini molto piccoli.

Le immagini rinvenute e già sequestrate riguardano tre tipologie dell’orrore:

a) video pedopornografici autorealizzati da minorenni, che si riprendono nudi od intenti al compimento di atti sessuali;

b) video realizzati da adulti, relativi ad atti sessuali e violenze compiuti da soggetti minorenni, maschi e femmine, ai danni di minori, anche in tenerissima età (2-4 anni);

c) video gore, per lo più associati a simboli nazisti.

Nel corso delle perquisizioni eseguite a carico dei due 17enni sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari, personal computer, tablet, chiavette usb e memorie esterne per pc i cui contenuti verranno ora analizzati dai carabinieri che conducono l’indagine.

Fermo restando il sacrosanto principio di innocenza fino a sentenza definitiva, vista l’età dei ragazzi coinvolti, c’è da chiedersi se e quando sarebbe avvenuto il passaggio da spettatore ad attore di quello che J. Mc Dougall chiama “scenario perverso”.

Non siamo a conoscenza del livello di coinvolgimento dei minorenni denunciati in tali pratiche. È tuttavia evidente che la possibilità di interagire in diretta ordinando determinate sevizie, indica in ogni caso che, per quanto riguarda i soggetti coinvolti in tale perversa e criminosa interazione col carnefice materiale (non sembra il caso dei minorenni denunciati, anche perché nulla è stato contestato loro in merito), il superamento emotivo del livello di semplice spettatore è già avvenuto, ancorché attraverso la mediazione del rassicurante distanziamento del web.