L’industria metalmeccanica in Puglia. Strategie per superare la crisi

Lavoro innovato e produzione innovativa come condizione per non far arretrare le condizioni economiche e sociali della Puglia, abbandonando così la competizione da costi ancora oggi fortemente presente e che ne impedisce lo sviluppo della Puglia. In special modo nell’industria metalmeccanica, che in Puglia vale oltre 2 miliardi di export e quasi 60mila addetti, e che attraversa una fase di crisi legata all’emergenza sanitaria e ad alcune crisi produttive aziendali. Per fare una analisi del settore e delle strategie per superare la crisi e sostenere sviluppo e occupazione l’iniziativa “L’industria metalmeccanica in Puglia” che si terrà martedì 28 luglio a partire dalle ore 9.30 al Nicolaus Hotel di Bari, organizzato da Cgil Puglia e Fiom Cgil Puglia.

L’apertura dei lavori sarà affidata a Michele Capriati, docente di Politica Economica all’Università di Bari che farà un focus sull’industriale metalmeccanica in Puglia. A seguire relazione di Giuseppe Romano, Segretario Generale Fiom Cgil Puglia. Interverrà Pino Gesmundo – Segretario Generale Cgil Puglia e concluderà i lavori Francesca Re David, Segretario Generale Fiom Cgil

Ci si confronterà sul migliore uso delle risorse da investire – quelle rivenienti dai fondi europei come quelle nazionali – per dare forza a un sistema integrato di imprese sostenibili, innovative, collocate dentro scelte strategiche definite in maniera partecipata e con caratteristiche policentriche come condizione per portare a valore l’intero sistema produttivo pugliese, le sue merci, i suoi servizi. Stiamo parlando del Sistema Puglia cioè di un sistema fatto di aziende o strutture leader, Centri di ricerca, Università ed anche piccole imprese, tra loro integrate dentro un sistema di interesse reciproci in cui, confluiscono risorse economiche pubblico-privato, esigenze produttive, idee, competizione.

In Puglia sono presenti settori produttivi attraversati da profondi cambiamenti sia in termini di crisi che di possibili implementazioni, opportunità e criticità che se guidate possono determinare positivi cambiamenti come l’automotive, trasporto pubblico e ferroviario, logistica e servizi all’impresa, tecnologie e digitalizzazione, agroalimentare, aeronautica e strumenti spaziali, siderurgia, turismo cultura paesaggio, pubblica amministrazione istruzione e formazione, università ricerca e sviluppo. La Puglia ha inoltre, una diffusa presenza sul suo territorio di imprese meccaniche ed elettromeccaniche unitamente, ad aziende informatiche in espansione come altre aziende informatiche in profonda crisi.

Una competitività del sistema produttivo che impone la crescita degli investimenti in ricerca e sviluppo, una spesa che nel triennio 2015-2017 ha registrato in Puglia un calo di circa 215 milioni con una incidenza su quella totale passata da un già misero 1% allo 0,8%, un valore, al di sotto anche della media del Mezzogiorno. Oltre la metà della spesa in ricerca e sviluppo e attivate dalla spesa pubblica (44% università, 28,4% pubblica amministrazione). I privati coprono solo il 39,6% della spesa totale a fronte del 55,4% della media nazionale. Limiti questi che vanno rapidamente superati da un diverso atteggiamento sia del pubblico che del privato, consentendo un incremento della spesa complessiva in ricerca e sviluppo attraverso una rinnovata azione della Regione Puglia, delle imprese pubbliche presenti nel nostro territorio, consentendo il trasferimento di informazioni e tecnologie verso le imprese più piccole dell’indotto.