Si ricomincia a parlare di fiscalità di vantaggio per il sud

Nel caos determinato dal covid, un governo costituito al 90% da meridionali non poteva esimersi dal battere un colpo sul fronte del fisco. Certamente pagare meno tasse anche per un solo euro è sempre cosa buona e giusta; buona perché è utilissima per favorire un minimo di vivibilità economica nel Sud Italia e giusta perchè è di palmare evidenza che il fisco è quanto meno ingiusto. Però la politica che si limita ad essere giusta non basta a riavviare lo sviluppo in un’area lasciata a se stessa da decenni; quindi serve dell’altro. Peraltro la riduzione di un paio di punti percentuali delle imposte dirette potrebbe essere un piccolo risparmio solo per coloro che pagano molto mentre per le imprese più piccole o con meno reddito su cui calcolare le tasse (circostanza che per via della pandemia è generalissima) il vantaggio sarà impercettibile.

Così vedremo ministri e deputati strapagati pavoneggiarsi per aver assegnato un vantaggio minimo ed ininfluente per quelle imprese del sud che beneficiano di redditi elevati (per esempio da noi Amgas e Acquedotto pugliese); lasciando beninteso tutto il resto del mondo delle imprese meridionali nelle pesti con la spada di Damocle di accertamenti e rischi di errori nell’espletamento delle infinite formalità imposte. Cioè non cambierebbe nulla!

Quindi siamo alla follia; l’ennesimo tram che passa e si perde.

Le imprese nascenti e piccole hanno bisogno di liberarsi da una condizione di sudditanza verso il fisco e quindi da tutti i rischi fiscali che la stessa esistenza di una impresa comporta. Il futuro rapporto tra fisco e impresa o sarà collaborativo oppure le aziende chiuderanno e non riapriranno se non sapendo e programmando di fallire e di lasciare fisco ed Inps all’asciutto!!!! Quindi l’Agenzia delle Entrate dica quanto costa lo stato per ogni impresa e se il contribuente aderirà potrà pagare le proprie imposte dirette rimanendo libero da accertamenti per tutto il periodo di riferimento.. è un cambio radicale di mentalità ed è una prassi completamente differente da quella attuale che però sembra che la politica italiana non abbia neanche immaginato.