Evoluzione dell’inclusione scolastica e “ultime” normative

Quando parliamo di inclusione scolastica è necessario far riferimento alle varie leggi che hanno permesso alla scuola di abbandonare l’idea di istruzione speciale o individualizzata. Il concetto di inclusione è abbastanza recente e non va confuso con il concetto di integrazione; infatti l’integrazione può essere definito come un processo che ricerca continuamente nuove situazioni di apprendimento e di relazione, che facciano emergere le diverse abilità di ognuno e non solo le disabilità certificate. L’inclusione, invece, può essere definita come una strategia che metta in evidenza le capacità di apprendimento dell’intero gruppo classe. L’obiettivo dell’inclusione è quello di valorizzare la diversità per permettere a tutti gli studenti di interagire tra di loro e di aiutarsi a superare le difficoltà che qualcuno di loro potrebbe presentare. Viene così superata l’idea di didattica omogenea e si passa all’idea di didattica inclusiva che coinvolge nell’apprendimento l’intera comunità scolastica e non solo lo studente che presenta difficoltà.

A livello normativo è indispensabile citare alcune leggi che riguardano l’inclusione scolastica. Tra le più recenti, troviamo le “Linee Guida per l’integrazione scolastica” del 2009, in cui si inizia  a parlare di ICF (International Classification of Functioning)come modello di riferimento per la classificazione delle disabilità. Con l’elaborazione dell’ICF viene data la giusta importanza all’ambiente educativo. Nelle Linee Guida del 2009 vengono stabiliti due concetti fondamentali:

  1. l’accettazione delle diversità come fonte di arricchimento
  2. l’importanza di prestare attenzione ai bisogni di ciascuno e non solo alle esigenze degli alunni che presentano particolari disturbi.

Nel 2010 vengono emanate, con la legge 170, le “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento (DSA) in ambito scolastico”. Con queste norme si definisce il concetto di inclusione scolastica e vengono definiti strumenti e metodologie per garantire il pieno sviluppo del processo formativo che parte dalle singole persone, personalizzando la didattica.

Nel 2012 il M.I.U.R. redige la Normativa Ministeriale “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” in cui viene riconosciuto che un alunno può avere esigenze didattiche particolari pur non essendo un DSA. Vengono, quindi, organizzati dei criteri didattici inclusivi per gli studenti che presentano difficoltà dovute a cause socio-ambientali.

Nel 2019, infine, viene modificato il Decreto Inclusione del 2017, con cui vengono introdotte modifiche che consolidano e approfondiscono le scelte per la personalizzazione della didattica. Viene anche data maggior importanza al parere delle famiglie degli alunni e si creano i Gruppi di Inclusione Territoriale e i Gruppi di Lavoro Operativi per l’inclusione.