Ipnosi: strumento terapeutico o terapia
Quanto è importante l’impiego dell’ipnosi nei trattamenti psicoterapeutici. La questione non è semplice.
Secondo Michael D. Yapko, psicologo clinico e terapeuta della famiglia, considerato uno dei massimi esperti per la cura della depressione ,“il campo dell’ipnosi è stato influenzato direttamente dalla spinta del sistema sanitario a favore di quelli che sono generalmente definiti ‘trattamenti empiricamente comprovati’, cioè trattamenti che abbiano una dimostrata validità scientifica. In anni recenti è stato condotto un grosso lavoro di ricerca per accertare se e quanto l’ipnosi possa contribuire agli effetti positivi di un trattamento.
E così un corpus crescente di valide ricerche sull’ipnosi è ormai accessibile a clinici di ogni tipo, specie da quando questa preziosa letteratura non è più confinata nelle riviste specializzate sull’ipnosi: prestigiose riviste di varie discipline pubblicano regolarmente importanti ricerche sull’argomento. Poniamo la domanda nel modo più diretto: l’ipnosi funziona? È una terapia efficace? La domanda sembra semplicistica, come se potesse esserci una sola risposta, bella chiara.
Purtroppo, però, la questione non è chiara, a causa di uno specifico elemento di confusione: si discute ancora oggi se l’ipnosi debba essere considerata una terapia, o semplicemente uno strumento terapeutico, dunque non una terapia in sé e per sé. Entrambe le posizioni hanno sostenitori autorevoli e convincenti”.
Nel suo intervento estratto da “Essentials of Hypnosis”, Yapko sostiene che “per coloro che vedono nell’ipnosi una vera e propria terapia, qualunque trattamento che faccia uso dell’ipnosi è definito ‘ipnoterapia’, col sottinteso che l’ipnosi sia il principale meccanismo di intervento. Gli ipnoterapeuti considerano l’ipnosi una modalità di trattamento con un suo carattere distinto e ben definito, come l’ha, mettiamo, la terapia comportamentale.
Sul versante opposto troviamo coloro che vedono l’ipnosi come uno strumento di trattamento, da integrare in un più ampio quadro concettuale e operativo che trascende le procedure ipnotiche stesse. L’ipnosi o le procedure suggestive, anziché essere metodi ‘autosufficienti’, sono usate per promuovere gli obiettivi di altre, più definite, modalità di intervento, per esempio la terapia cognitiva. La questione può, fra parentesi, sembrare un cavillo semantico, specialmente negli Stati Uniti, ma in molti paesi europei è rilevante, perché il modo in cui l’intervento viene definito determina se può essere a carico del servizio sanitario pubblico”.
Resta da chiedersi, quindi, se sia l’ipnosi a ‘funzionare’ o il più ampio piano di trattamento di cui fa parte. Si può affermare con sicurezza che l’ipnosi contribuisce a migliorare i risultati del trattamento. La ricerca dimostra che, a parità di trattamento somministrato, l’aggiunta dell’ipnosi aumenta la risposta.