Da Bari, dalla Puglia
Restare o andare? Il dilemma dei giovani è logorante. Negli ultimi dieci anni 45mila under 35 hanno deciso di lasciare la Puglia, per inseguire altrove sogni e futuro. Una emigrazione selettiva. Partono prima i laureati alla ricerca di una vita migliore, poi partono i cervelli in fuga verso altre università. Lo Svimez ha lanciato l’allarme: se il trend non sarà interrotto, nel 2065 la nostra terra perderà un milione di persone, una specie di desertificazione umana, favorita anche dalla crisi della natalità. Resteranno solo gli anziani. Insomma, un quadro a tinte cupe. Ma non è sempre così. Su questa tela ognuno può dipingere, utilizzando i colori che meglio crede: prima sogno i miei dipinti – raccontava Van Gogh – poi dipingo i miei sogni.

Un cambiamento è possibile. Ricordo Ancora quando, ai tavoli importanti, mi chiedevano da dove venissi. Io rispondevo: “Da Bari, dalla Puglia”. La gente mi guardava come se fossi un extraterrestre. Poi aggiungevo: “Mio padre è un salumiere”. E aumentava l’incredulità sui volti di chi doveva decidere sul mio futuro. Adesso è diverso. Grazie anche ai tanti che hanno dimostrato quanto valgono i pugliesi, di cosa sono capaci. Alla mia generazione è toccato, con successo, il lavoro sporco. Quello di cancellare con l’impegno, il sudore, i risultati, stereotipi senza senso. Oggi, ai tavoli importanti, decanto con orgoglio le mie radici e quello che ha fatto mio padre. Raccogliendo consensi, ammirazione, incoraggiamenti.
Ritorna la domanda iniziale: restare o andare? La risposta non è facile. La disoccupazione giovanile è in discesa ma si aggira sempre sul 40,4 per cento. Oggi,rispetto a ieri, però, c’è una consapevolezza maggiore, unita ad una serie di opportunità concrete, da cogliere al volo, per non privarci del nostro futuro. Il turismo è uno di quei settori chiave del tessuto economico regionale che offre tanto. All’insegna della concretezza. Penso, allora, ad una sinergia sempre più stretta tra mondo dell’ imprenditoria, Università e Regione, con una visione comune, condivisa, finalizzata allo stesso traguardo: realizzare domani ciò che un giovane immagina oggi. La qualità della formazione è decisiva per arrestare l’emigrazione dei talenti. Da sola, non basta. Va agganciata al lavoro. In alcuni casi già questo succede. Il processo va intensificato. Con l’ente locale che può aggiungere una serie importante di risorse economiche. Vanno bene gli assegni e le borse di studio, gli incentivi per chi vuole rientrare. Per invertire la tendenza all’immigrazione serve un sistema Puglia che non solo produca le eccellenze ma le attiri anche. La politica è scelta. Deve quindi decidere quali e quante risorse investire nel futuro dei nostri figli. L’obiettivo finale deve essere la crescita e la valorizzazione del nostro capitale umano. Nascere nella nostra terra è una fortuna, viverci un privilegio.
(http://giovannisardone.it)