I musicisti pugliesi a casa di Jane Austen
Nel 1996 comparve su alcuni quotidiani la notizia che nella casa di famiglia della celebre scrittrice inglese Jane Austen furono ritrovati ben 8 grandi volumi con ben 400 spartiti musicali appartenuti all’autrice o da lei raccolti.
Studi successivi a cura dell’Università di Southampton hanno approfondito quanto si conosceva già attraverso la sua biografia. Nella famiglia Austen la musica aveva un ruolo importante. Come per tutte le famiglie medio borghesi dell’epoca Regency le giovani donzelle erano educate alla musica, all’ascolto e alla pratica musicale. Questa è una crescita culturale e sociale che attinge all’aristocrazia del ‘700. Infatti all’epoca tutte le giovani nobili avevano il precettore per la grammatica e la filosofia e un maestro di musica, anche noto e famoso che le seguiva nello studio, in modo da avere una formazione culturale completa per partecipare alla vita sociale e alle conversazioni durante i ricevimenti. Le signorine che sapevano cantare o suonare il clavicembalo, l’arpa, il violino erano molto apprezzate negli ambienti aristocratici e avevano occasione di esibirsi in richiesti concerti “da salotto”. A molte veniva concesso di partecipare a concerti e allietare gli ospiti purché non si andasse oltre l’ambiente familiare e domestico. Per una donna era disdicevole calcare le scene e prendere parte alla vita di un teatro. Per queste giovani fanciulle molti compositori hanno creato metodi didattici, composto brani di varia difficoltà o arrangiato pagine celebri dell’opera lirica. Con l’avvento della borghesia tale educazione fu estesa alle nuove signorine così da offrire loro un’accattivante preparazione per intrattenere gli ospiti e ovviamente come l’epoca richiedeva, trovare marito.
I romanzi di Jane Austen sono ricchi di queste descrizioni, dei salotti, delle feste private in cui le dame gareggiavano nell’intessere le lodi delle loro figliole e mostrarle ai promettenti giovani mariti. Le protagoniste dei celebri capolavori dell’Ottocento inglese suonano tutte uno strumento musicale e nelle loro pagine attendono con ansia le serate di intrattenimento accompagnate dalla musica.
Nel famoso Orgoglio e pregiudizio Mary ed Elizabeth sono ottime musiciste, preparate sia dal punto di vista tecnico-strumentale che espressivo.
“… egli pregó Miss Bingley e Elizabeth di dilettarlo con un pó di musica. Miss Bingley si diresse subito verso il pianoforte e dopo aver gentilmente chiesto se Elizabeth volesse iniziare, e dopo che le altrettanto gentilmente aveva rifiutato, si sedette al pianoforte. Mrs Hurst cantó con sua sorella e mentre le due erano cosí impegnate, Elizabeth, che sfoglió uno spartito che giaceva sul pianoforte, non poté fare a meno di notare quanto spesso lo sguardo di Mr Darcy si si volse verso di lei
Anche Anne Eliot, protagonista di Persuasione, Jane Fairfax in Emma e Marianne Dashwood in Ragione e sentimento, suonano spesso il pianoforte e sono felici di ricevere in dono spartiti e raccolte musicali.
Ma cosa suonavano queste deliziose fanciulle?
In Italia, soprattutto nell’ambiente partenopeo ci sono stati molti musicisti che hanno composto romanze e pagine d’album per esibizioni salottiere, senza escludere riduzioni di opere liriche. Dalla mole dei volumi della raccolta di Jane Austen si evince la sua personale passione per la musica. I volumi comprendono raccolte sue e di altri componenti della famiglia.
Il corpus consiste in musiche a stampa e manoscritte per lo più per voce e tastiera, voce e arpa, pianoforte solo o con accompagnamento di violino. Alcune sono state copiate a mano dalla Austen stessa da altri spartiti perché la diffusione a stampa dell’epoca era molto scarna e quando ci si recava presso altre famiglie era abitudine ricopiare spartiti ascoltati e presi in prestito. Gli autori sono per lo più inglesi, celebri o meno noti, canzoni popolari o pagine impegnative che confermano una esperienza tecnica di buon livello.
Grazie alla pubblicazione online e alla possibilità di accedere ai manoscritti digitalizzati, noi pugliesi possiamo inorgoglirci di ritrovare nostri celebri autori del ‘700 e ‘800 tra i suoi prediletti.

Il barese Niccolò Piccinni (1728-1800), il tarantino Giovanni Paisiello (1740-1816) e probabilmente il bitontino Tommaso Traetta (1727-1779) compaiono nelle raccolte con riduzioni per pianoforte o pianoforte e canto. Infatti ritroviamo la trascrizione e l’Ouverture La buona figliola, opera di successo del 1760, e la Pastorale de Roland di Niccolò Piccinni, l’Ouverture du Philosophe imaginaire e l’Ouverture d’Orgon dans la lune di Giovanni Paisiello che insieme a diverse arie per canto e pianoforte compongono un corpus importante. In forse è un’aria di Tommaso Traetta poichè la scrittura non permette una attribuzione certa.
Gli anni in cui ha vissuto Jane Austen (1775-1817) hanno visto un grande exploit dei nostri compositori pugliesi appartenenti alla scuola musicale napoletana. Erano desiderati e corteggiati in tutti i teatri d’Europa, furono a lungo protagonisti della scena musicale e culturale dell’epoca creando non poche fazioni tra sostenitori e denigratori, coinvolgendo sia le corti aristocratiche che il pubblico popolare. La loro notorietà raggiunse ceti differenti che accorrevano da ogni dove per ascoltarli. La presenza di queste composizioni nei tomi della Austen confermano il desiderio di studiare, suonare e riascoltare composizioni di successo di autori che purtroppo caddero in oblio nei secoli successivi, adombrati dal celeberrimo Rossini e da tutto il melodramma ottocentesco che seguì. Si deve ad alcune menti illuminate di storici e musicisti del Novecento la riscoperta e la renaissance dei nostri autori pugliesi grazie ai quali finalmente si è aperto lo scrigno di composizioni meravigliose conservate non solo in Italia ma anche all’estero. Anche Molfetta in ripetute manifestazioni ha rivalutato i nostri autori dimenticati affidandosi a ricercatori, musicologi e musicisti della nostra città che con passione si dedicano alla ricerca e all’esecuzione.