Che cos’è la spiritualità. (Da uno scritto di Don Marek Dziewiecki)
La spiritualità è la capacità di una persona di comprendere se stessa, ossia la capacità di trovare le risposte alle domande: chi sono? da dove provengo? dove vado? quali legami e quali valori mi danno la possibilità di raggiungere il senso della mia vita? Grazie alla spiritualità una persona è in grado di avere un atteggiamento cosciente e responsabile riguardo a se stesso, gli altri, Dio e il resto del mondo. Solo una persona “spiritualmente attiva” sa pensare, amare e lavorare. Una persona senza una vita spirituale è impotente ed esposta ad ogni pericolo, come un animale privato del suo istinto. La vita spirituale è il centro di comando della vita umana. Gli ormoni regolano il corpo, la consapevolezza dà dimensione alla psiche, la coscienza alla sensibilità morale, la vita spirituale invece è responsabile della gestione di tutte le sfere dell’esistenza personale. La spiritualità vissuta in modi diversi (dal cristianesimo, dal buddismo, dall’ateismo) deriva dal modo di comprendere la persona e la sua esistenza con modalità estremamente diverse.
La spiritualità trascurata
È più probabile oggi desiderare la ricchezza materiale che non quella spirituale. Le necessità spirituali non sono così facilmente percepibili come i bisogni fisici, emotivi e materiali del nostro mondo. È più verosimile che un bambino chieda ai genitori di ricevere qualcosa da mangiare piuttosto che qualcosa da meditare. Sono molti i giovani ma anche gli adulti che hanno paura di farsi le domande su chi sono e perché vivono. Più una persona è immatura spiritualmente più è incapace di gestire in modo adeguato i beni materiali quando ne è in possesso. Una persona che ha tanti soldi ma nessuna vita spirituale è pericolosa per se stessa. Più essa è ricca più si convince che l’amore si riesce a sostituire attorniandosi da oggetti che la aiutino ad essere felice. La mancanza della vita spirituale comporta una ricerca della felicità fatta brancolando, oppure per mezzo di tentativi e di prove che conducono a risultati talvolta positivi ma spesso negativi. Quest’ultimo è un modo di agire estremamente pericoloso per la persona umana, perché da alcune prove non si torna più al punto di partenza.
Il corpo non può spiegare all’uomo il mistero della vita umana, perché non sa chi siamo e perché viviamo, e sa interpretare solamente gli impulsi e le necessità fisiche. Se nella vita di una persona prevale il dominio del corpo, allora diventa come un cancro che sottomette tutte le altre sfere dell’esistenza umana, vivendo a loro spese. Chi si ritiene solo come corpo fisico, focalizza tutto sulla fisicità e si sottomette alla dittatura del corpo. Una persona che si considera solo come corpo non è in grado di pensare in modo razionale, non sa essere matura nell’amore e responsabile nel lavoro. Essa è schiava del proprio corpo, invece di esserne padrona e saggia guida. Coltivare la vita spirituale non significa far prevalere lo spirito sul corpo, ma integrare la sfera spirituale e fisica. Il corpo senza lo spirito non è cosciente, sensato; lo spirito senza il corpo è disumano. La spiritualità comincia quando la persona, ragionando oltre il suo stato fisico, si domanda che senso abbia questa dimensione fisica, che senso abbia la vita stessa, ricevuta in dono.
La spiritualità in pericolo
Lo sviluppo spirituale è in pericolo quando con il termine “spiritualità” viene indicato qualcosa che in realtà non lo è. La crescita spirituale non è una sensibilità emotiva o estetica, l’amore per la natura, gli esercizi che aiutano la concentrazione, ecc… Queste sono tutte questioni di un certo valore e importanza, ma non garantiscono la comprensione, il senso della propria esistenza. Il vero pericolo della spiritualità è la spensieratezza, la mancanza di riflessione, la leggerezza. Una persona priva di vita spirituale è facilmente guidata dagli istinti, dalle emozioni, dalle manipolazioni della società, convinta che per essere felici bastano i soldi, il potere e la bellezza. Infatti molti individui belli, famosi, ricchi e spesso anche giovani, si suicidano, mentre numerosi vecchi, malati, poveri e apparentemente insignificanti, gioiscono della vita e sanno essere di sostegno per il prossimo.
La spiritualità matura
Una persona spiritualmente matura, in grado di riflettere e di amare, comprende che non può essere frutto della sola materia, della casualità, ma che è creata da Qualcuno capace di pensare ed amare ancora di più di essa. Una persona così, percepisce ciò che in lei ha più valore, ciò che nel suo prossimo ha più valore ma è nascosto agli occhi del mondo. Sa che la cosa più difficile da superare per l’umanità è la solitudine, il trovarsi senza forti legami basati su un impegno reciproco e costante. Comprende che non si può essere felici seguendo e appagando solamente una parte della propria persona, a spese delle restanti dimensioni del proprio essere. La serenità proviene dalla collaborazione di tutte le sfere della personalità umana: non si deve considerare soltanto il corpo, gli impulsi, gli istinti e le emozioni. Su questa terra la felicità non è facile da raggiungere, non vi si arriva senza notevoli sacrifici, senza disciplina, senza essere aiutati ed educati da Dio e da buoni consiglieri. Il frutto più grande della spiritualità matura è di donare e ricevere l’amore. La persona spiritualmente matura sa che senza l’amore, diventa per gli altri incomprensibile e insopportabile. Vivere nella costante crescita spirituale significa essere aperti all’incontro con Dio e all’azione dello Spirito Santo, che dona gli occhi per guardare il mondo. Ecco perché a chi si preoccupa della crescita spirituale tutto il resto sarà donato in abbondanza.
di Don Marek Dziewiecki