Morte da galli
Una poliziotta fa irruzione durante un combattimento illegale e viene uccisa dalle lame affilate di un gallo: mentre cercava di catturarne uno è stata colpita da una lama d’acciaio affilata come un rasoio applicata alle zampe degli animali. Il fatto è accaduto nelle Filippine.
Nel mese di gennaio scorso, invece, in India un uomo è stato ammazzato accidentalmente nel corso di un combattimento da un gallo che aveva uno sperone affilato che gli ha tagliato la gola.
È un’attività poco conosciuta, quella dei combattimenti tra galli, che evoca mete esotiche e lontane. Ma, a guardare bene, anche se scarsamente diffusa, non è del tutto assente nel nostro Paese, come diverse operazioni di polizia hanno attestato in anni recenti. Dai dati del Rapporto Zoomafia LAV, si evince che dal 1998 fino ad oggi in Italia sono stati sequestrati circa 120 galli da combattimento in diverse operazioni.
Uno dei primi casi accertati risale al mese di marzo del 1999, quando la polizia denunciò a Mantova sette nomadi sorpresi mentre facevano lottare galli. Nella stessa zona anche recentemente è stata segnalata la presenza di galli da combattimento.
Nel corso degli ultimi due decenni sono stati segnalati casi in Sicilia, nel Lazio, in Valle d’Aosta, Piemonte, Puglia e in Emilia Romagna, mentre sono stati individuati, in Veneto e Toscana, venditori specializzati di galli combattenti.
Nel 2002 collaborammo, come Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV, con agenti della Polizia Municipale di Roma per attività investigative in merito alla presenza di galli da combattimento all’interno dell’area della comunità di filippini della Farnesina di Roma. Nella stessa area poi ci furono due sequestri nel giro di pochi mesi, prima da parte dei Carabinieri e poi della Polizia di Stato. Nel corso di quest’ultimo blitz, il 16 ottobre 2003, i poliziotti scoprirono nello stesso casale una nuova arena per combattimenti clandestini, con tanto di sedie per gli spettatori. Furono sequestrati una trentina di galli da combattimento, di cui due sottoposti a doping. Altri tredici galli da combattimento furono sequestrati dagli agenti del commissariato Trevi in un casale distante circa un chilometro dal primo. Nota di colore, in questo contesto tragico e criminale: uno dei galli era soprannominato “Schwarzenegger” per i suoi muscoli particolarmente sviluppati che lo rendevano un campione.
Nel 2002 i Carabinieri fecero un blitz in una frazione di Comiso (Ragusa), mentre era in corso un combattimento tra pennuti, e furono hanno denunciate 15 persone, 13 delle quali minorenni. Fu trovato un gallo morto e altri feriti. Gli incontri venivano svolti in un magazzino in aperta campagna. Una persona faceva da arbitro, decretava l’esito del combattimento e decideva in merito al pagamento delle scommesse. Gli incontri, inoltre, erano ripresi da una telecamera, mentre i galli morti finivano in pasto ai cani.
Tre anni fa, nel 2017, a Codogno (Lodi), fu documentato con un video fatto da alcuni testimoni una sorta di combattimento tra galli organizzato alla presenza di alcuni minorenni. La LAV sporse denuncia.
Le lotte tra galli, come i combattimenti tra gli animali in genere, sono il prodotto di una precisa incitazione da parte degli uomini. L’allenamento e l’addestramento richiedono l’osservanza di scrupolose quanto crudeli regole. I gladiatori pennuti si allenano e perfezionano le loro tecniche di guerra con combattimenti non cruenti, in quanto vengono applicati agli speroni particolari protezioni e un piccolo manicotto in gomma al becco. Anche qui, come per le lotte tra cani, abbiamo una sorta di sparring partner: galli considerati di poco valore e impossibilitati a difendersi perché legati, contro cui si accaniscono i fendenti dei lottatori. Prima di ogni combattimento viene utilizzato un gallo muletto che deve testare le capacità dei due sfidanti. Prima di essere lanciati nell’arena i galli vengono tenuti tra le mani dei proprietari e avvicinati l’uno l’altro in modo da accrescerne la rabbia e l’aggressività, poi, con un breve lancio, vengono liberati e ha inizio “quell’antico gioco crudele”.