Le banche abdicano?
Fin dagli anni ’80 del secolo scorso le banche in cerca di ulteriore redditività pensarono di offrire ai loro clienti anche altro che non solo credito. Apparirono così polizze (anche rca auto) come anche telefoni e altro forse nel timore di vedere i propri utili assottigliarsi. Poi, complici le banche centrali, i tassi sono scesi creando una tempesta perfetta: gli stati indebitati avevano bisogno di pagare poco in interessi, le grandi imprese tra cui le stesse banche volevano tassi bassi, i grandi finanzieri senza tassi bassi avrebbero visto volatilizzarsi i valori delle azioni e quindi la riduzione dei tassi di interesse era vitale per tutti però ha fatto si che la intermediazione creditizia è divenuta non più remunerativa.
Che si fa? Idea geniale: si impone la intermediazione monetaria; cioè quando paghi anche solo del pane, lo devi fare con una carta di credito (che nel frattempo era stata inventata e perfezionata) e quindi devi pagare una commissione alla banca. Ai politici creduloni e incompetenti hanno detto che così si stana il sommerso… ed il gioco è fatto. Prendere l’uno per cento in un momento e poi ancora in altri momenti della giornata e dell’anno sugli stessi soldi intermediati significa prendere molto di più dell’uno per cento l’anno…. e senza rischi; quindi tutti i banchieri vi si sono gettati a capo fitto fino ad arrivare a percentuali significative degli introiti di una banca che oggi incassa anche la metà dei suoi guadagni dalle commissioni varie.
Mentre gli interessi sui prestiti – anche qualora fossero elevati – presuppongono che qualcuno abbia avuto quei danari e li abbia investiti e quindi lucrato su di essi, le commissioni sono costi secchi per la clientela; costi che appesantiscono il conto economico in aggiunta a tasse, previdenza, dipendenti, laddove la moneta e il suo libero utilizzo è, e non può non essere, uno dei compiti primari dello stato al pari della difesa e della giustizia. Assolvere al compito di pagare anche i beni primari non più con la moneta ma con i crediti verso le banche è una riduzione della sfera pubblica e un suo “appalto” alle banche che nella loro attività non si sono guadagnate il consenso e l’ammirazione della popolazione. Ma v’è di peggio… ormai tutti si sono accorti che i tassi rimarranno bassi per moltissimo tempo (e forse per sempre) e quindi nei retropensieri dei banchieri cova il desiderio o il proposito di non incoraggiare più il credito (se non con garanzie plurime) ma di puntare solamente o quasi alla vendita dei servizi.
Quindi andiamo verso un mondo nel quale le banche abdicheranno senza rimpianti al proprio ruolo di intermediari del risparmio e l’unico credito possibile sarà quello ottenuto dai cravattari? E lo Stato dov’è?