Il serraglio dell’illegalità. Pusher, droga e animali
La funzione intimidatoria, come postulata ormai oltre due decenni fa nei nostri studi di criminologia sui crimini contro gli animali, riguarda lo sfruttamento di animali per intimorire e spaventare persone o controllare attività. In questi studi, i primi del genere nel nostro Paese, analizzammo, insieme all’uso di cani da presa utilizzati per le rapine o scagliati contro la polizia nel corso di operazioni di contrasto e alle intimidazioni perpetrate con animali morti o parte di essi, anche il rapporto esistente tra spaccio di stupefacenti e uso di animali a scopo intimidatorio.
Nel nostro precedente intervento abbiamo analizzato lo sfruttamento di animali nei traffici internazionali, qui affronteremo lo spaccio nazionale.
La cronaca sovente ci restituisce casi relativi a spacciatori che utilizzano come “ausiliari” pit bull e altri molossi per ostacolare gli interventi delle forze dell’ordine o per nascondere dosi nel collare. È ovvio che la funzione è quella di “scoraggiare” eventuali controlli.
Possiamo raggruppare l’uso di animali da parte di pusher e trafficanti essenzialmente in quattro categorie funzionali:
- Ostacolare gli interventi delle forze dell’ordine
- Intimorire e minacciare
- Controllare coltivazioni o depositi di stupefacenti
- Occultare lo stupefacente
Recentemente nel corso della Conferenza Regionale Autorità di Pubblica Sicurezza organizzato dalla Prefettura di Napoli per la prevenzione e il contrasto del maltrattamento di animali è stato approvato il Piano d’Azione a valenza regionale. Tra i vari punti vi è anche il controllo di pit bull impiegati “per il presidio di aree cittadine sede di attività illecite” e dei “cani utilizzati per la sorveglianza di colture illegali”.
Due anni fa i militari della compagnia Carabinieri di Monreale hanno scoperto in un agrumeto in via Falsomiele a Palermo una coltivazione di marijuana sorvegliata da un pit bull.
Nel 2008 i carabinieri di Roma scoprirono quattro pit bull e decine di serpenti a protezione di un carico di 10 kg di hashish e un centinaio di dosi di cocaina in una villa. Il sequestro dello stupefacente non fu privo di ostacoli e prima che i carabinieri riuscissero a prelevare la droga fu necessario un lungo e laborioso intervento di personale specializzato.
Sempre a Roma, ma nel 2005, nello scantinato di un’abitazione, i carabinieri scoprirono un acquario pieno di piranha nel cui sottofondo vi era un carico di stupefacenti; nella stessa stanza circolavano liberi numerosi serpenti. Sempre serpenti guardiani della droga: pitoni e boa del rettilario di casa. Non senza giustificati timori, e con tutte le cautele del caso, nel giugno del 2000 gli agenti della Squadra Mobile della questura di Pistoia smontarono il contenitore e rinvennero, occultata in un pannello, la droga.
Insomma, pusher e trafficanti non lesinano di sfruttare animali per le loro losche attività, in quello che è un vero e proprio serraglio dell’illegalità.
Ciro Troiano