I predoni del deserto. Il traffico internazionale di cactus
Ai più desta stupore la notizia del sequestro, nel Riminese, di 171 cactus; ma a ben vedere, il traffico di piante rare – insieme a quello più noto di animali – a livello internazionale rappresenta un serio pericolo per gli ecosistemi e la biodiversità. I Carabinieri Forestali del Nucleo Carabinieri Cites di Ancona hanno denunciato nei giorni scorsi un collezionista in possesso di rari cactus originari dei deserti cileni, messicani e americani. L’operazione è stata condotta con il supporto dei Carabinieri Forestali della Stazione di Morciano di Romagna.
Il sequestrato è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Ancona, nell’ambito dell’operazione “Atacama”, finalizzata al contrasto del traffico illecito di cactus tutelati dalla Cites (Convezione di Washington sulla tutela delle specie animali e vegetali in via di estinzione) e considerati a elevatissimo rischio di estinzione.
La Convenzione di Washington (CITES) è una convenzione internazionale sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione nata nel 1973. Il suo scopo fondamentale è quello di garantire che, ove sia consentito, lo sfruttamento commerciale internazionale di una specie di fauna o flora selvatiche sia sostenibile per la specie e compatibile con il ruolo ecologico che la specie riveste nel suo habitat.
Come riporta il sito del Ministero dell’ambiente, sono elencate negli elenchi (Appendici) della CITES, con diversi gradi di protezione, oltre 35.000 specie di animali e piante. Sono soggetti agli obblighi della Convenzione sia gli esemplari vivi che morti, le parti (come l’avorio e la pelle) ed i prodotti derivati (come i medicinali ricavati da animali o piante). Gli Stati Parte della CITES operano insieme regolando il commercio delle specie elencate in una delle tre Appendici attraverso l’emissione di licenze e certificati.
Nel mese di febbraio scorso, già furono sequestrate a carico di un marchigiano altre 930 piante, estirpate illegalmente nel corso di 7 viaggi in Cile e Argentina, e importate illecitamente – per aggirare i controlli – attraverso il sistema dell’invio di “pacchi postali” nell’Unione Europea.
Come riportato dall’ANSA, secondo i Carabinieri forestali i due indagati, il riminese e il marchigiano, avevano legami di affari con una ventina di clienti e rivenditori, 10 collezionisti stranieri e 9 italiani, per un giro d’affari di almeno un milione di euro. Molte piante raccolte nel deserto dell’Atacama, in Cile, da cui prende in nome l’operazione, venivano esportate attraverso rivenditori residenti in Paesi asiatici, tra cui il Giappone; altre venivano vendute o acquistate in Europa per essere poi immesse nuovamente sul mercato illegale. Il giro di cactus protetti risale all’arresto nel 2019 di un cittadino americano per il commercio di alcune specie dell’Arizona. Tutte le piante sequestrate nel corso dell’operazione “Atacama” sono state affidate all’Orto Botanico dell’Università di Milano. Al direttore dell’Orto, docente di Botanica alla Statale, è stata inoltre affidata una perizia per stabilire la loro origine. Le analisi effettuate, che hanno coinvolto il personale dell’Orto Botanico e il dipartimento di Scienze della Terra, hanno permesso di provare l’origine in habitat degli esemplari.
Ciro Troiano