A tu per tu con il musicista Riccardo Ascani

Riccardo Ascani, classe 1965, è un chitarrista e compositore di flamenco dal passato jazzistico, che ha collaborato con molti artisti di oltreoceano tra i quali George Coleman (Umbria Jazz 1991) e Benjamin Waters.  Ha appena pubblicato il suo ultimo lavoro “Lone Wolf”. Lo abbiamo incontrato.

Riccardo parlaci un po’ di te e della tua formazione?

Sono cresciuto in una casa dove la musica circolava molto, mia madre strimpellava la fisarmonica, mia sorella maggiore studiava il pianoforte e molti zii e cugini chitarra, basso elettrico e batteria. Ho iniziato a suonare la chitarra a nove anni partecipando ai corsi gratuiti pomeridiani di chitarra classica istituiti in quegli anni (era il 1974) presso le scuole statali.

Inizialmente i miei riferimenti musicali sono stati i cantautori (Dalla, Guccini, De Andrè) ma in casa mia non mancavano dischi di musica classica e jazz e quotidianamente ascoltavo

mia sorella mentre preparava gli esami al conservatorio mentre suonava Bach, Beethoven, Chopin. Quando andavo a trovare i miei cugini più grandi capitava sempre sotto le mani qualche disco di Blues e di Jazz e pian piano ho cominciato a praticare insieme a loro i primi fraseggi sulla chitarra. La mia prima chitarra era poco più di una scatola da scarpe… la marca ancora la ricordo era una “Sisme” classica con le corde di metallo erroneamente montate. Dopo un paio di anni ero già abbastanza bravo per farmi regalare dai miei genitori una vera chitarra classica ed ottenni con immensa felicità una Di Giorgio amazonia 30. Le sonorità che scaturivano da quello strumento mi ipnotizzavano e mi portarono a studiare oltre al repertorio classico anche quello brasiliano dai timbri molto caldi ed i ritmi sincopati. All’epoca tra ragazzi ci si radunava dentro le “famigerate” cantine (box auto sonorizzati) per suonare i brani dei nostri beniamini e presto ebbi l’esigenza di comperare anche una chitarra elettrica.

Suonai la chitarra elettrica per molti anni e molto giovane entrai a far parte dell’orchestra di Gianni Davoli noto cantante e fisarmonicista con il quale feci le mie prime esperienze in Tv e sui grossi palchi.

Quando l’orecchio mi disse che voleva sonorità nuove e più complesse iniziai a studiare la chitarra jazz ed anche lì ebbi un discreto successo che mi portò nel 1991 a vincere una targa di merito ed una borsa di studio indetta dalla Berkelee School of Music di Boston. Dal 1992 mi innamorai del Flamenco perché il mio orecchio e soprattutto il mio cuore mi spingevano lì, in quei territori ispanici e medio-orientali dalle sonorità esotiche e languide ricche di passione e mistero. La mia conoscenza del jazz e della chitarra classica mi aiutarono a barattare le mie competenze con quelle dei gitani che conobbi in Andalusia e per molti anni la mia vita divenne un avanti ed indietro tra Roma, Siviglia e Madrid. Tutti i musicisti con i quali ho suonato e collaborato sono stati miei Maestri ma per quanto riguarda il flamenco Rafael Domingo Caro Suarez fu quello che più mi aiutò a capire le tecniche e gli stili tipici di questo genere. Negli anni 90 andava ancora molto di moda il fenomeno Gipsy Kings ed io ero uno dei pochi italiani in grado di suonare in quello stile, sicché quando venne in tour Gipsy  Moreno Jimenez mi feci notare e divenni ufficialmente il suo chitarrista. Iniziai a suonare dappertutto, festival, teatri, rassegne, piazze…facevamo almeno 150 date all’anno, fui molto fortunato.

Nel frattempo ho sempre amato comporre musica facendomi ispirare dalla natura, la mia altra grande passione. Mi sono Laureato in Scienze Naturali trainato dalla passione per l’ambiente, gli animali e le piante, l’ecologia e soprattutto il mare che mi ha spinto a diventare istruttore subacqueo. Mi viene da ridere, sembrano tante vite vissute in una…

In questi mesi i musicisti sono stati molto penalizzati dalla emergenza sanitaria. Anche tu hai subito il blocco degli spettacoli Come hai impiegato il tempo?

L’emergenza sanitaria mi ha colto che ero a Venezia a suonare per il Carnevale al “Ballo del Doge” nota manifestazione a livello mondiale con il trio pop lirico “Appassionante”. Mi ricordo che tornando a Roma il 23 febbraio nel treno già annunciavano il pericolo dovuto al covid 19…iniziavano a cancellare date, concerti ed eventi dal vivo. Il cellulare suonava solamente per disdire impegni precedentemente presi, un disastro.

Chiuso in casa dall’emergenza sanitaria senza più uno straccio di lavoro da fare mi sono concentrato sulla composizione del mio nuovo album “Lone Wolf”, “Lupo Solitario” perché è così che mi sono sentito, un Lupo abbandonato a se stesso, che deve in se stesso trovare le risposte per andare avanti.

Di cosa parla “Lone Wolf”?

Lone Wolf è un album che va ascoltato dall’inizio del primo brano fino alla fine dell’ultimo, non si tratta di una collezione di pezzi ma di una vera e propria storia articolata in dieci brani musicali.

Inizia con un preludio dal titolo “Vuela Mas Alto” (vola più in alto): la prigionia del lockdown poteva essere superata solamente volando con l’immaginazione più in alto possibile fino a ritrovare la curiosità e gli stimoli creativi. Dopo una introduzione di arpeggio di chitarra, pian piano iniziano a sovrapporsi i vari strumenti come nel Bolero di Ravel fino al culmine dell’assolo di sax che evoca lo stato di immensità raggiunto all’apice del volo.

Segue “Lone Wolf” il brano che dà il titolo all’album, un brano che parla di Ascani, del suo carattere schivo, solitario ma anche forte, generoso, passionale e lunatico. Il brano è stilisticamente una Siguiriya moderna che vuole raccontare la foresta, il canto degli uccelli che introducono l’arrivo del lupo, quel lupo che nella notte ulula alla luna.

Il terzo brano si chiama “Into the Wildlife” che tradotto in italiano significa “nella fauna selvaggia” si tratta di un funky in 7/8 dallo stile poliziesco anni 80. Il brano richiama i vari animali selvatici che albergano dentro noi stessi e che da adolescenti non sappiamo riconoscere e con i quali dobbiamo imparare a convivere per raggiungere un equilibrio interiore come accade all’interno di un ecosistema, di una catena alimentare o più semplicemente di un essere umano.

Il quarto brano “Primavera” racconta la natura che rinasce senza la presenza umana ed il frastuono che l’Uomo crea nell’ambiente, alludendo a quanto accaduto all’inizio del lockdown in pieno Marzo.

Il quinto brano “Con Ella” è una canzone di amore dedicata alla moglie che ha vissuto isolata con lui in questo lockdown aiutandolo nei processi creativi e stimolandolo, è un brano che apre il capitolo dell’amore rappresentato dalla quinta traccia fino alla ottava comprese.

Il sesto brano “Locanda Almayer” ispirato dalla lettura di Oceano Mare di Alessandro Baricco è stilisticamente una Milonga/Rumba, un brano sensuale che evoca un ballo di passione dove il flauto e la chitarra si scambiano gli assoli come fossero delle piroette e dei passi di danza.

Il settimo brano si chiama “La Leyenda de Los Amantes” stilisticamente uno Zapateado flamenco che ci racconta l’amore difficile, sofferto e clandestino, spesso ostacolato dai potenti e dai censori che ci richiama  a “Giulietta e Romeo” di Shakespeare.

L’ottavo brano “Instinto Basico” si può considerare una versione musicale del noto film “Basic Instinct”  dove Eros e Thanatos camminano a braccetto per tutta la durata della pellicola, trattasi di un Blues in tonalità minore e con ritmo ternario dove gli assoli di chitarra si alternano con quelli del sax  come in un sensuale approccio amoroso.

Il nono e penultimo brano “Rumbamar” è una Rumba flamenca che ci proietta in una baia felice cullata da acque cristalline ed arsa dal sole fino all’arrivo del vento di scirocco che porta con se sensualità e passione.

Chiude l’album il brano “Ahora y Sempre” che Ascani dedica alla madre ed al grande chitarrista di flamenco Paco de Lucia, si tratta di una canzone molto romantica e struggente dove la chitarra dapprima duetta sola col violoncello e poi con la fisarmonica.

Hanno suonato questo album la magnifica sezione ritmica composta da Giampaolo Scatozza alla batteria, Alessandro Picucci ed Attilio Celona al cajon e percussioni, Matteo Esposito al basso elettrico, Fabrizio Montemarano al contrabbasso e Roberto Ippoliti alla seconda chitarra. I solisti Paolo Innarella al flauto traverso ed al bansuri, Antonio Aucello e Toni Germani al sax alto, Husnu Demir al clarinetto, Vittorio Montella alla fisarmonica e Mauro Cipriani al violoncello. I cori dove presenti sono di Claudia Ceraulo, Raul e Zora Morales. Di Riccardo Ascani la chitarra principale, gli arrangiamenti orchestrali e la composizione dei brani anche nella stesura degli assoli.

Lone Wolf uscirà il 12 dicembre 2020 su tutte le piattaforme digitali quali Spotify, Amazon music, Apple iTunes, Deezer, Google Music Store e molti altri ancora.

C’è un concerto oppure un episodio al quale sei particolarmente legato?

La presentazione del mio album “Oceani” all’Auditorium Parco della Musica di Roma, svoltasi il 22/09/2017 presso la Sala Petrassi ed il mio primo concerto in Russia presso il Teatro ODO di Ekaterinburg il giorno 8/03/2014 quando il progetto “Oceani” stava nascendo. In ambedue i casi sentivo addosso una grande responsabilità verso il pubblico perché stavo presentando un mio progetto e le Sale erano piene, facemmo sold-out, ero emozionato e mi ricordo che accolsi l’applauso finale con una gioia ed una soddisfazione immense.

IMPORTANTE : Il seguente link https://show.co/MSsQVfI  permetterà a chi ha già un account Spotify di pre salvare l’opera e di essere avvisato non appena sarà disponibile in streaming in modo tale da essere tra i primi ascoltatori dell’album. Chi non ha un account Spotify potrà comunque e sempre tramite questo link inserire la sua mail ed essere avvisato.

L’uscita è prevista per il 12 dicembre 2020 in tutti i distributori digitali.