Nuove tasse mascherate

In piena pandemia e all’interno dei provvedimenti intesi a lenire i disastri economici ad essa conseguenti si trova il tempo per pensare alle carte di credito. Con un sistema che molti cittadini ritengono quasi truffaldino si induce la gente a comprare usando le carte allettando il consumatore con la promessa di stornargli un po’ di soldini che di questi tempi sono ben graditi.
È un provvedimento buono o no? Da sempre la moneta è uno dei servizi di base di uno Stato al pari della difesa, della sicurezza, della giustizia, della salute, dell’istruzione… essa è inoltre un elemento identitario al pari della lingua e della storia.

Sappiamo però che da un po’ di tempo su questa parola “moneta” si è abbattuta una tempesta incredibile con trasferimenti di ruoli o di sovranità (non si sa) e con riti imprevisti anche dagli addetti ai lavori come quello di stamparne a miliardi al mese o al giorno. Ma rimane il punto: lo Stato vuole o no garantire questo servizio? Dire che è meglio pagare con le carte per stanare l’evasione vuole dire due cose: la prima è che lo Stato non è capace -e lo confessa- di farsi pagare le tasse, la seconda è che si vorrebbe che la moneta non esistesse più e che venga sostituita dai crediti verso le banche. Il cittadino anziché trasferire la moneta trasferisce il proprio credito verso la propria banca. Questo però comporta che esiste un costo che noi abbiamo già pagato con le tasse!!! e che le banche sostituiscono lo Stato in questo ruolo pubblicistico.

Sembra una nuova feudalità, questa volta di funzione e non di territorio. Se poi scopriamo che le Banche non riuscendo più a fare profitti prestando danari lucrano maggiormente dalle carte e dalle commissioni in genere, capiamo che forse lo Stato viene indotto dalle banche a portare i cittadini a servirsi di questa modalità per far loro guadagnare qualcosa in più. Cosa che, vista così, sembrerebbe essere la vera ragione di questa campagna, sempre che non vi sia ancora altro. Lo Stato influenzato dagli interessi delle banche fino a questo punto? Come stanno veramente le cose non lo sappiamo però non possiamo credere che nessuno si sia accorto di cose così evidenti.

Alcune domande conclusive alla politica: ma se le banche lucrano dalle commissioni e non più tanto dal credito erogato .. non hanno convenienza a prestere soldi e quindi quando ripartirà l’economia? Le commissioni pagate sulle transazioni sono o no un costo per l’economia che con l’uso della banconota non esisteva? Quindi questa è un’altra tassa questa volta per salvare le banche? Ma senza questa tassa a loro favore le banche sarebbero ancora aperte?
Ce ne sono molte altre ben più piccanti ma ce le teniamo; non serve porle… tanto già queste non avranno risposte…