Ammortizzatori sociali per autonomi

Si studiano nuovi generi di aiuti per gli autonomi. Misiano dice che siamo ancora allo studio e quindi non è per noi il momento di fare commenti ma l’esordio non è dei più felici e sembra che si stia preparando un nuovo pasticcio. Nello stesso tempo Mario Draghi trova il tempo per dire che la crisi delle piccole imprese è molto maggiore di quel che sembra. Per fortuna che lo dice lui perché se no non ce ne saremmo accorti. Verrebbe da dire con lo stesso sarcasmo amaro che già usiamo per le statistiche, quindi la cosa è serissima e lo sarebbe stato anche se il già Presidente della Bce non avesse detto nulla. Maggiormente lo è per noi del sud e baresi che abbiamo un gran numero di piccole imprese. Vi è anche da dire che ci si deve preparare ad un periodo di grave difficoltà economica precedente e conseguente al covid che può durare anche alcuni anni.

Gli ammortizzatori sociali sono né più né meno che soldi che vengono dalle Istituzioni e che verrebbero distribuiti agli autonomi non prima di aver costretto questi ultimi a passare sotto le forche caudine della burocrazia.. Alcune considerazioni: finalmente si comincia a considerare gli autonomi come lavoratori a tutti gli effetti e quindi come tali meritevoli di attenzione da parte della politica. Ma da dove vengono questi soldi? Non è domanda da poco come ognuno comprende: le Istituzioni prendono soldi da tre parti differenti possibili: o dalle tasse (magari chiamate contributi obbligatori, canoni o in qualunque altro modo), o dai debiti (e quindi si trasferisce l’esazione nel futuro) o dall’estero (donazioni o più probabilmente prestiti quindi pagamenti trasferiti anche questi nel futuro). Tutte vengono da fuori dal perimetro statale; cioè lo Stato e quindi le Istituzioni non creano ricchezza ma la redistribuiscono: la prendono da una parte e la spendono da un’altra; anche i debiti saranno pagati non certo a carico degli stipendi pubblici ma da redditi creati fuori dello Stato. Chi sta fuori dal perimetro dello Stato? Le imprese, che pagano le proprie tasse e quelle dei loro dipendenti e quelle che prendono dai consumatori; tra di esse le grandi aziende sono in grado di contabilizzare le tasse nei propri bilanci e quindi le “trasferiscono” su altri: azionisti, clienti, lavoratori, banche, le piccole -quelle che si chiamano “autonomi” e quindi anche le professioni- invece mettono mani al portafogli e pagano direttamente. Quindi per sintesi: se gli autonomi devono beneficiare di ammortizzatori sociali… chi paga? Ridurranno pensioni e stipendi pubblici? Mi sembra improbabile.

È più probabile che scaricheranno il costo sugli autonomi del futuro con debiti che saranno ripianati con tasse future a loro carico…vedremo, ma in ogni caso, al più questi aiuti saranno una anticipazione di tasse future… un nuovo pasticcio si sta preparando.  Con le associazioni di categoria alla finestra.