Covid: adesso ne abbiamo due?

Molti media sottolineano che lo shopping ha prevalso sulla paura del covid. La gente ha infranto – secondo la lettura di costoro – le regole ed è uscita di casa… nientemeno che per fare le compere dei regali di Natale; cioè quel regalo che Santa Claus porta ai bambini e che oggi è il ricorrente suggello immancabile e irrinunciabile alle amicizie e agli affetti di ogni genere.
A nostro modo di vedere questo Natale ha riproposto l’eterno confronto tra la vita -che emerge e prorompe contro ogni altra forza- e le tenebre che vogliono fermarla, e regolarla, e condizionarla, con norme sempre più stringenti che ne uccidono ogni afflato, appunto, di creatività, di ricchezza, di vita.
La prudenza è quella cosa che in tempi di covid viene accampata ad ogni piè sospinto ed enfatizzata dalla paura per un pericolo oscuro e minaccioso; la prudenza è una virtù che evita di rendere vano l’ardimento e cioè ci permette di evitare il fallimento della nostra azione, ma se il suo eccesso ci ferma e uccide ogni anelito vitale. Ancora una volta il confine tra luce e tenebre è sottilissimo e mai come oggi serve che la vita si imponga a tutti i livelli.
Oggi abbiamo saputo che il virus è significativamente mutato in alcuni stati del mondo; precisamente in quelli ove è stato cercato e trovato con sofisticate apparecchiature.. in tutti gli altri non sappiamo. Certo è che adesso di vaccini – che, ricordiamolo, è intervento precauzionale e non curativo- ne serviranno due, o forse no, chissà; in ogni caso i tempi si allungano e le restrizioni si aggravano.
Quindi certe accortezze, pur utili per brevi periodi, si rivelano timide e solo parzialmente adatte alla bisogna: in una parola sono naif. Qui si deve capire che la politica deve porre in essere misure permanenti ed efficaci che ci permettano di convivere con la pandemia: sia per quel che riguarda la cura, sia per l’aspetto economico.
La vita deve andare avanti quale che sia la durata della pandemia.
Anche perché nessuno la può fermare.