Il nomadismo delle vacche sacre. L’annoso problema delle mucche vaganti a Monterosso Almo

Nelle scorse settimane, nel Comune di Monterosso Almo, in provincia di Ragusa, si sono verificati diversi episodi di violenza, sono state uccise a fucilate una decina di mucche vaganti, apparentemente prive di proprietario, come riportato dagli organi di informazione. Il territorio, infatti, è interessato da un annoso problema di nomadismo di bovini, ovvero, mucche lasciate libere di vagare incustodite, provocando danni alle colture e seri pericoli alla sicurezza stradale. Nei decenni scorsi, infatti, non sono mancate vittime di incidenti stradali. 

Ordinanze, riunioni del Comitato Provinciale sull’Ordine e la Sicurezza Pubblica, interrogazioni, denunce, sequestri: il problema non si è risolto. Anzi, non sono mancati nel corso degli anni episodi di ben altra violenza: il 29 maggio del 1982 un allevatore di 49 anni fu ucciso da un colpo di fucile a pallettoni che lo colpì dritto al cuore. Ad ucciderlo un 38enne del posto al culmine di una lite per questioni di interessi legati al pascolo abusivo.

Gli episodi di violenza ai danni dei bovini vaganti a Monterosso Almo evidenziano una situazione di crescente tensione sociale, nonché di palese illegalità. Dalla sola lettura degli organi di informazione si evince che:

– tra la notte di mercoledì 11 e giovedì 12 novembre 2020, è stata abbattuta una mucca con colpi di arma da fuoco nei pressi di contrada Margi, tra Monterosso e Giarratana;

– tra la notte di venerdì 20 e sabato 21 novembre 2020, sempre in contrada Margi, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco n. 7 tra mucche e vitelli;

– domenica 22 novembre 2020, sempre in contrada Margi, sono stati esplosi colpi di arma da fuoco contro un bovino, ferendolo.

Sebbene al momento restino ignoti gli autori dell’uccisione degli animali, gli episodi descritti hanno in comune il luogo della realizzazione del reato, la contrada Murgi del Comune di Monterosso Almo, e il metodo, ovvero l’uso di armi da fuoco.

In merito al gravissimo problema del pascolo abusivo di bovini e a questi recenti episodi di uccisione di animali nel Comune di Monterosso Almo, è intervenuta la LAV, tramite i suoi uffici nazionali e la sede territoriale di Ragusa, con una specifica richiesta alla Prefettura e una denuncia all’Autorità Giudiziaria. 

“Abbiamo chiesto alla Prefettura mirati provvedimenti tesi a prevenire il verificarsi di altri simili delitti, a dare impulso alle attività investigative della polizia giudiziaria, a garantire che qualsiasi attività di cattura e movimentazione degli animali sia svolta nel rispetto del loro benessere e, infine, che venga scongiurato concretamente l’abbattimento di altri animali e, non per ultimo, una inutile e paradossale macellazione di quelli che saranno trovati vaganti”, afferma Biagio Battaglia, responsabile LAV di Ragusa. 

La denuncia della LAV fa riferimento al reato di uccisione di animali, previsto e punito dall’articolo 544 bis del codice penale, e a quello di maltrattamento di animali, previsto e punito dal successivo articolo 544 ter. Nell’atto, in fase di deposito presso la Procura competente, viene chiesto il sequestro preventivo, ai sensi dell’art. 321 c.p.p., dei bovini vaganti, ed “esami balistici, per determinare il tipo di armi utilizzate, e di genetica forense per individuare il ceppo originario degli animali”, nonché l’acquisizione dei tabulati relativi al traffico telefonico della zona relativo ai giorni in cui sono stati uccisi e feriti gli animali. 

“La questione del pascolo abusivo a Monterosso Almo ha radici storiche che non possono più essere sottovalutate – continua Battaglia – Ci sono piste d’indagine meritevoli di essere seguite: non stiamo parlando di una metropoli o di chissà quali organizzazioni complesse. Chi lascia pascolare i propri bovini senza rispettare le regole va individuato e sanzionato in maniera adeguata e definitiva. In modo altrettanto severo va punito chi ha inteso, o intende ancora, farsi giustizia da sé ‘fucilando’ animali, esseri senzienti, come fossero meri bersagli. Monterosso non può farsi catalogare come il ‘Far West’ della provincia di Ragusa e questa vicenda non può venire, colpevolmente, archiviata perché riguarda un territorio periferico rispetto al capoluogo o alle altre città più popolose degli Iblei. Attendiamo risvolti giudiziari importanti dalle indagini in corso”, conclude Battaglia. 

Tali crimini si inseriscono in un quadro di criminalità rurale che, in passato, come abbiamo visto, ha determinato anche vittime umane. E a questo proposito vanno citati gli studi criminologici che investono di particolare importanza la violenza contro gli animali e il suo stretto legame con la violenza a carico di umani. In questa prospettiva, si comprende facilmente come sia rischiosa l’accettazione sociale passiva di un crimine a danno di animali, ritenuto un fatto di residuale importanza: la letteratura scientifica criminologica dimostra che l’accettazione passiva e scontata di condotte illecite, ritenute minori, è la genesi di ben altre illegalità, soprattutto in un contesto dove già si sono verificati precedenti.

Ciro Troiano