Anno nuovo terapia nuova
L’anno scorso in primavera ci siamo rintanati in casa per scansare il covid. La cosa ci fu detta e fu concepita come una parentesi, un sacrificio, necessario a fronteggiare una emergenza pandemica che, se fossimo stati bravi, avremmo in qualche mese superato. I contagi scesero come anche i decessi e quindi la clausura terminò. Ma le cose non sono andate come tutti noi attendavamo che andasse. Così siamo ricaduti nello stesso problema. Questa seconda ondata non è stata fronteggiata con il confinamento in casa ma con mascherine (che nella prima ondata non c’erano a sufficienza) e distanziamenti.
Dopo alcuni mesi di questa seconda “terapia” non si percepiscono i miglioramenti attesi e promessi; cioè abbiamo il secondo fallimento. Si cerca una terza strategia e ci si affida al vaccino che, essendo una misura preventiva, sappiamo già che fermerà il contagio solo all’avvenuta realizzazione di due condizioni: che quel vaccino ci renda immuni e che i vaccinati siano così tanti da spezzare la catena del contagio. Cioè è fin d’ora poco probabile che si fermi il contagio anche perché nel frattempo di virus ne abbiamo creati altri… comunque dopo i due fallimenti di quella portata nel fronteggiare le due ondate sorge fortissimo il dubbio sulla correttezza della “filosofia” ispiratrice di tutte cotali misure.
Quale è questa “filosofia”? abbiamo ministri che si sono ispirati alle proprie mamme che quando i loro pargoli erano febbricitanti e non capendo nulla sul da farsi hanno chiamato il medico (che a livello governativo si chiama Comitato Tecnico Scientifico) per sapere cosa fare. Quest’ultimo non sapendo neanche lui che pesci pigliare ha pensato di ispirarsi alla statistica: “se i cittadini non si toccano tra loro la scanseranno” hanno pensato. Facendo passare questa pensata come una strategia vincente contro il covid. In realtà i nostri tecnici hanno solo diluito nel tempo il contagio che, appena può, colpisce e colpirà.
È evidente che questa come ogni altra malattia non va solo evitata con mascherine, distanziamenti, vaccini… ma contrastata, vinta e cioè curata e se abbiamo bisogno di studiare per inventare la cura va fatto. Anche perché nel frattempo possono presentarsi altri agenti virali e quindi serve avere un minimo di armi contro tali agenti…questa è scelta politica e non medica: se devi fare una guerra non puoi tenere i soldati al caldo in casa per evitare che vengano uccisi dal nemico..ma bisogna essere preparati con ospedali o altro per curarli prontamente.
Fronteggiare una pandemia cercando di evitarla senza tentare di curarla è uno svarione non solo tecnico ma essenzialmente politico.