Solo il delivery e l’asporto salvano le gelaterie. Ma non può continuare così
Anche il gelato, come tutto il mondo dell’Horeca è stato travolto dalla crisi legata al covid. Le gelaterie artigianali, soprattutto quelle ubicate nelle grandi città turistiche, completamente svuotate, sono crollate a picco causa pandemia. A limitare i notevoli danni solo l’asporto e la consegna a domicilio.
Meno 40% di fatturato, passato da 2,5 a 1,5 miliardi: questa l’ingente stima dei danni. Nelle località di vacanza al mare e ai monti ci sono stati i consueti ricavi, grazie all’estate semi-libera.
La forbice tra i guadagni di quest’anno e quelli degli altri anni si è creata a causa del crollo dei consumi nelle grandi città turistiche solo in parte compensato dalle vendite in periferia, che hanno retto meglio, secondo i dati statistici.
Vanno anche considerati i mesi di chiusura primaverili. Il gelato è un alimento che si consuma anche in autunno e durante le feste natalizie, quindi anche le limitazioni in questi periodi pesano sul bilancio. Le gelaterie artigianali, proprio per destagionalizzare e aumentare le vendite fuori stagione, avevano affiancato alla gelateria vera e propria anche attività affini come cioccolaterie, introducendo anche nuove ed innovative preparazioni.
Asporto e delivery sono fortunatamente in ascesa: le consegne a domicilio di gelati sono balzate quest’anno del 113% e in autunno del 312% rispetto al 2019.
Grande supporto lo hanno dato i social e le diverse piattaforme ed applicazioni infatti il numero di gelaterie che si possono trovare sulla app sono il 60% in più.
Secondo indagini di mercato professionali, delivery e ordini via social sono ormai una componente della nuova normalità.
Da anni i gelatieri artigianali sono in attesa di un riconoscimento normativo, nel frattempo l’obiettivo è favorire il made in Italy e gli accordi di filiera, come quello che sottoscritto con Coldiretti.
Con sinergie vincenti si vince anche in questo campo, anche se il delivery rappresenta una briciola del giro di affari.
Sono tanti i problemi che affliggono il settore. L’emergenza sanitaria ha indubbiamente causato anche una grave emergenza economica e lavorativa.
Senza ulteriori interventi rischiano la chiusura 10mila esercizi su 39mila. C’è chi non riceve nulla dai ristori, perché ha un codice Ateco che individua la fabbricazione di gelato. Così come restano da risolvere i nodi fiscali e il problema degli sfratti incombenti, con gli esercenti non in grado di pagare affitti spesso molto elevati.