L’importanza dell’amico immaginario
L’esistenza di un amico immaginario per un bambino è meno inquietante di quello che possa sembrare. La sua “presenza” permette al bambino di dare sfogo a tutte le sue emozioni e superarle. Ognuno lo immagina come vuole, che sia un personaggio dei fumetti, un animaletto o qualche personaggio storico sotto altre vesti.
Ma perché esistono gli amici immaginari.
Queste “entità” aiutano il bambino a crescere, a dare sfogo ai suoi sentimenti. Il piccolo con l’amico immaginario si interfaccia e costruisce la sua personalità. Dà voce ai suoi sentimenti, ai suoi pensieri, alle sue fantasie e all’interpretazione del mondo esterno.
A lui si confida, racconta se è arrabbiato con i genitori, se ha litigato con l’amichetto a scuola, oppure se ha paura di qualcosa. E’ stato di fondamentale importanza nei periodi di quarantena legati al covid per permettere soprattutto ai più piccoli di esprimere e superare momenti di difficoltà e paure.
I genitori non devono essere sfiorati da preoccupazioni e timori perché non vuol dire che confonde realtà e finzione. Non esclude nemmeno che si crei amici/che nel mondo reale. Può infatti essere una cosa positiva perché il piccolo impara a porsi agli altri, accetta i suoi sentimenti, impara ad esprimerli, affronta le sue paure e condivide gioie, progressi e scoperte.
Come devono comportarsi i genitori?
Meglio sarebbe non fare domande ed intromettersi. L’ideale sarebbe porsi in ascolto, guardare cosa racconta al suo amico immaginario e come si comporta con lui. E’ questa l’occasione migliore per conoscere meglio il piccolo e il suo mondo.
Bisogna fare attenzione, e quindi consultare un esperto, solo nel caso in cui il figlio continui a relazionarsi con il suo amico immaginario anche dopo i 10-11 anni e nel caso in cui sia motivo di isolamento e di esclusione da amicizie reali.
Solo se non riuscirà o avrà difficoltà a relazionarsi con altri coetanei si dovrà consultare un terapista, altrimenti l’amico invisibile scomparirà proprio come è apparso.