Uranio impoverito: il Ministero della Difesa sapeva ma non ha detto
Gli americani avevano avvertito il Ministero della Difesa italiano della tipologia di armamenti utilizzati in Bosnia, indicandole aree colpite e fornendo un disciplinare di intervento nelle zone ad alto rischio contaminazione chimica/fisica.
Tuttavia, nessuno di noi, impiegati in quelle terre dilaniate dalle bombe per adempiere al dovere, fu mai informato del grave e reale rischio a cui eravamo esposti.
Nulla fu mai fatto per fornire, alle truppe italiane, l’equipaggiamento adeguato per operare in sicurezza in quelle aree contaminate, né furono fornite le informazioni necessarie per affrontare in sicurezza il nemico tanto invisibile quanto micidiale.
Ho respirato inconsapevolmente le nanoparticelle di metalli pesanti che si sono liberate nell’aria con l’esplosione degli ordigni all’uranio impoverito e hanno oltrepassato la barriera polmonare e, attraverso il sangue, hanno raggiunto e avvelenato tutti gli organi del mio corpo, persino il mio DNA è stato contaminato.
Posso dirvi che nel mio corpo sono stati trovati 28 metalli pesanti, dei quali è stata dimostrata la presenza, in quantità esageratamente elevate.
Nel mio organismo: Alluminio, Antimonio, Argento, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cesio radioattivo, Cromo, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Oro, Palladio, Piombo, Platino, Rame, Rodio, Stagno, Stronzio, Tallio, Titanio, Torio, Tungsteno, Uranio radioattivo, Vanadio. Metalli pesanti, tossici, tra cui due radioattivi: Cesio e Uranio.
Valori impressionanti, anche 22 mila volte oltre i valori di riferimento.
Li hanno trovati nel fegato, nei polmoni, nel midollo osseo, anche nel DNA.
Ogni mia giornata è, da 18 lunghissimi anni, scandita dai ritmi delle terapie farmacologiche, dall’immunoterapia appena mi alzo, dalle sedute settimanali di plasmaferesi ospedaliere, dall’ossigenoterapia per almeno 18 ore al giorno, dalle flebo quotidiane con centinaia di compresse da ingerire, dal rumore del ventilatore polmonare notturno ed ogni strumento necessario al mio corpo per poter sopravvivere.
Ma per vivere ho bisogno di correre, di dare fiato a polmoni stanchi e musica ad un cuore malconcio, di scaldare le gambe al ritmo di pedivelle che girano e che veloci mi accompagnano a respirare lungo le strade del Salento, verso il mare, solo con i miei pensieri, o con mio figlio e gli amici al mio fianco.
A volte il fisico non ce la fa, ma è la mente che comanda.
“Vivo di sfide: nonostante tutto, ancora oggi, sono pronto a dare la mia vita per il Tricolore.”
Il mio quadro clinico è devastante, degenerativo ed irreversibile.
Sono affetto da: disfunzione dell’ipofisi, mielodisplasia, fibrosi polmonare con interstiziopatia ed insufficienza respiratoria, insufficienza renale, epatica, pancreatica, cardiopatia, ipossia tissutale, perdita della sensibilità agli arti, sensibilità chimica multipla, sclerosi multipla cerebrale e, a giugno 2015 mi è stato diagnosticato anche il morbo di Parkinson.
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