E la Corte d’Appello dà ragione ai cuccioli…
Era il 10 febbraio 2014, quando nove persone furono denunciate – sei di queste raggiunte da misure cautelari, tre arrestate e tre sottoposte a obbligo di dimora -, per traffico di cuccioli dall’Est. Per loro fu ipotizzato il reato di associazione per delinquere. A portare avanti l’operazione Maky (dal nome di uno dei cuccioli, trovato quasi morente e poi salvato) fu l’allora Nucleo investigativo provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Lodi. Nel corso delle indagini furono sequestrati 88 cuccioli. Come riporta la nota dell’Ispettorato Generale dell’allora Corpo Forestale dello Stato, «L’esecuzione delle misure cautelari richieste dal Procuratore della Repubblica e pienamente accolte dal G.I.P. del Tribunale di Lodi eseguite dal personale del Corpo Forestale dello Stato della Lombardia sono giustificate a parere degli inquirenti, dal “disvalore della personalità” degli indagati, come emerge dalla durezza con cui i cuccioli venivano sottoposti nel trasporto e nel successivo trattamento. Inoltre, la sussistenza del vincolo associativo e della metodica perpetrazione del reato hanno motivato la certezza della pericolosità sociale e del rischio di reiterazione di reati analoghi, con la conseguente applicazione di misure restrittive della libertà della persona».
In primo grado gli imputati furono riconosciuti colpevoli di aver messo in piedi un sodalizio criminoso per introdurre illegalmente cuccioli di cane nel nostro Paese e venderli come italiani. I cuccioli importati privi di microchip, di passaporto e di certificazione sanitaria sarebbero stati sottoposti a sevizie e maltrattamenti con trattamenti sanitari inutili e dannosi, al fine di mascherarne eventuali patologie, e trasportati, in età inferiore a tre mesi, in autoveicoli non autorizzati, ammassati in scatole. Un medico veterinario coinvolto, che nel corso dell’udienza preliminare aveva patteggiato la pena di anni 1 e mesi 8 di reclusione, nell’ottobre 2017 è stato radiato dall’Albo dei Medici veterinari di Milano.
Il 23 aprile scorso, la Corte di Appello di Milano, in parziale riforma della sentenza emessa in primo grado dal Tribunale di Lodi, ha dichiarato estinti per avvenuta prescrizione alcuni reati e ha rideterminato la pena nei confronti degli appellanti condannandoli a una pena complessiva di 6 anni e 3 mesi di reclusione.
Significativi alcuni passi delle intercettazioni:
10 maggio 2013, ore 18.51: durante la conversazione (…) dice al (…) che un “tizio” gli ha riportato indietro un cucciolo di Cavalier King, in quanto dopo averlo fatto visitare presso una clinica gli era stata diagnosticata una broncopolmonite. (…) dice altresì, che il cane sta per morire e che l’acquirente gli ha chiesto di sostituirlo con un altro bianco-arancio.
24 aprile 2013, ore 16.12: (…) dice a (…) di somministrare al cucciolo prima della vendita: «Gli dai due del venti» (con riferimento ai farmaci per la prevenzione delle malattie che colpiscono i cuccioli), e di dire all’acquirente di somministrare i farmaci nei giorni successivi: «Gli fai dare un quartino al giorno per otto giorni», aggiungendo anche: «La vaccinazione scatta i primi del mese prossimo».
Ciro Troiano