Smart working e il divario di genere. Guardiamo positivo

In tempo di pandemia la categoria più penalizzata dalla crisi di lavoro è stata quella delle donne impiegate nel settore turismo, ristorazione, in lavori sommersi e comunque con contratti fragili.

In particolare le donne che non potevano lavorare in smart working sono state vittime della crisi lavorativa.

Il lavoro agile, con dovuti accorgimenti, potrebbe però diventare un’occasione per ridurre il divario di genere e fare dei passi avanti per un equa condivisione dei ruoli nella gestione della cura familiare.

Uomini e donne con figli minori hanno entrambi valutato in positivo la possibilità di conciliare lavoro e famiglia.

Il lavoro agile introduce un concetto dei lavoro legato ad un rapporto di fiducia con il datore di lavoro e ad una maggiore responsabilità nello svolgimento delle proprie mansioni.

Lo smart working adeguatamente regolato e senza essere un obbligo imposto potrebbe offrire maggiori opportunità di lavoro per le donne in particolare per il Sud dove, secondo i dati Istat, una donna su 5 con un bambino non ha mai lavorato.

La crisi pandemica ha indicato come direzione il rinnovamento e la rigenerazione del sistema economico sociale e tra i molteplici strumenti che abbiamo a disposizione c’è anche il lavoro agile.

Antonella Cirese