Corse clandestine di cavalli: quel non agire legislativo che favorisce i criminali
La sfrontatezza degli organizzatori delle corse clandestine di cavalli è nota da tempo, basti pensare ai video e immagini che circolano sui Social: esaltazione e sublimazione dello strapotere criminale. La Polizia di Stato di Catania ha identificato i responsabili di una corsa clandestina tra due calessi trainati da cavalli, organizzata il 30 maggio scorso a Camporotondo Etneo, e ha denunciato i due fantini per maltrattamento di animali. Proprio grazie ai video diffusi in rete è stato possibile identificare gli indagati.
Vecchia storia quella dei video delle corse illegali. Nel 2010, in qualità di responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, ho collaborato con il Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Reggio Calabria nell’operazione “Febbre da Cavallo”, con la quale, per la prima volta in Italia, a seguito di una mia specifica denuncia, furono oscurati 26 filmati di corse clandestini presenti su un noto provider.
Le immagini documentavano corse di cavalli su strada anche in ambito cittadino, con la partecipazione di numerose persone, e, in alcuni casi, il continuo frustare dei cavalli. Un filmato girato in una stalla documentava un cavallo legato e strattonato ripetutamente. Alcuni video avevano addirittura la colonna sonora di canzoni neomelodiche dedicate ai cavalli e alle corse clandestine. Non solo: i filmati erano corredati da vere e proprie bacheche per commenti, apologie delle gare clandestine, lanci di sfide, appuntamenti per organizzare corse.
Da allora la diffusione di video in rete è diventata senza controllo, come dimostra la corsa del 30 maggio scorso. Uno dei fantini denunciati in questa gara, titolare di reddito di cittadinanza, ha detto di aver guadagnato 1.300 euro in nero per 2 minuti e mezzo di gara. Non c’è che dire, il business delle scommesse non è per niente male.
Sulla questione reddito di cittadinanza e criminali delle corse clandestine siamo già intervenuti proprio su queste pagine.
Alla gara illegale, come sempre in questi casi, hanno assistito centinaia di persone, molte delle quali hanno dato il loro sostegno scortando la gara a bordo di motociclette. Erano decine i motocicli a ridosso dell’animale, oltre all’uso continuo del clacson, le urla e le molteplici frustate inferte all’animale per spronarlo. Proprio da uno dei motocicli è stato fatto un video postato sui Social che ha permesso agli investigatori di identificare due fantini.
Durante le operazioni di polizia è stato individuato anche un noto pluripregiudicato appartenente a un nucleo familiare che percepisce il reddito di cittadinanza e che, in occasione della corsa, senza casco e in totale violazione delle norme previste dal codice della strada, correva a gran velocità e con manovre pericolose davanti ai cavalli in corsa.
Ieri mattina, invece, grazie alle indagini condotte da mesi dalla Procura di Siracusa, è stata portata a termine l’operazione “Marengo”, eseguita da 61 militari dell’organizzazione territoriale e dei reparti speciali dell’Arma (NAS e squadrone eliportato “Cacciatori di Sicilia”). Sono state svolte 18 perquisizioni emesse dall’Autorità̀ Giudiziaria a carico di altrettanti indagati ritenuti i principali organizzatori delle gare sotto inchiesta. I militari hanno controllato abitazioni, maneggi e scuderie di Avola, Noto e Rosolini, rinvenendo numerosi equini maltrattati e sequestrando diversi farmaci. Anche in questo caso fondamentali sono stati i video presenti in rete, grazie ai quali sono state identificate e denunciate complessivamente 60 persone, prevalentemente giovani, che in passato hanno preso parte alle gare clandestine di cavalli.
Ottimo il lavoro degli inquirenti, al quale va la nostra riconoscenza, ma occorre una ferma presa di posizione e un agire concreto da parte di chi fa le leggi. Lo diciamo da anni: nonostante la sua gravità e la sua pericolosità, questa attività criminale, tra le più aggressive della zoomafia, non suscita particolare interesse nel legislatore. La richiesta dell’inasprimento delle pene e le necessarie modifiche normative, come l’approvazione di una sanzione penale, sotto forma di delitto, per chi partecipa a qualsiasi titolo, anche in qualità di spettatore, alle corse clandestine, il divieto di circolazione di veicoli a trazione animale e quello di possedere cavalli, scuderie o attività inerenti all’ippica per i pregiudicati per reati a danno di animali, scommesse clandestine, gioco d’azzardo, associazione per delinquere e reati di mafia, restano lettera morta, ad esclusivo vantaggio delle bande criminali delle corse clandestine.
Ciro Troiano