Contro la zoomafia: #MISALVICHIPUÒ
Concludiamo la nostra analisi dei crimini contro gli animali elencati nel nuovo Rapporto Zoomafia LAV, partendo dal bracconaggio e dai reati contro la fauna selvatica. Traffici di armi rubate o clandestine, resistenza e minacce agli organi di vigilanza:il bracconaggio continua nella sua pericolosità, senza fermarsi neanche nel periodo di lockdown. Note le infiltrazioni, soprattutto a Sud, di malavitosi, spesso organizzati in vere associazioni per delinquere, nella cattura e vendita di cardellini e altri piccoli uccelli. In alcuni territori l’uccellagione e i traffici connessi o il bracconaggio organizzato sono sotto il controllo dei clan. Armi clandestine, reti e trappole, munizioni, esplosivi, fucili illegali, coltelli, queste alcune delle armi e strumenti sequestrati nel 2020. Furto aggravato, ricettazione di fauna selvatica e maltrattamento di animali i reati contestati.
“Malandrinaggio” di mare: crimini a danno della fauna marina
La pesca di frodo è uno degli aspetti più preoccupanti per la salvaguardia delle specie ittiche; come segnala la Guardia Costiera nel suo Rapporto annuale 2020, a livello globale il pescato frutto di attività non dichiarata o illegale “oscilla tra 11 e 26 milioni di tonnellate di pesce ogni anno, con una perdita in termini economici compresa tra i 9 e i 21 miliardi di euro”. La Guardia Costiera, nel 2020, nel corso delle attività di controllo pesca ha elevato un importo di oltre 7 milioni di euro di sanzioni, per 340 tonnellate di “prodotto” irregolare, un terzo del quale di provenienza estera. Inoltre, solo nel 2020, sono stati sequestrati oltre 120 km di reti irregolari, a cui si aggiungono oltre 7 tonnellate di reti abbandonate sui fondali marini rimosse dai nuclei sub della Guardia Costiera. Nel business del pesce non manca l’infiltrazione della criminalità organizzata che, come diverse inchieste hanno accertato, si è infiltrata in società operanti nel settore ittico.
Zoocriminalità minorile, animali usati a scopo intimidatorio, animali rubati
Nel Rapporto Zoomafia un capitolo è dedicato anche al coinvolgimento di minorenni in reati a danno di animali, la cosiddetta “zoocriminalità minorile”. Sono riportati i fatti più significativi accaduti nel 2020 e i dati relativi ai minorenni denunciati.
Accanto a questo tema, la funzione intimidatoria che gli animali, loro malgrado, assumono nel sistema mafioso. L’uso di animali come arma o come “oggetti” per intimidire è molto diffuso, di difficile catalogazione e rappresenta un fenomeno che non si può facilmente prevenire. Teste mozzate di pecore, agnelli, capre, maiali e cani recapitate a scopo minatorio; animali al pascolo uccisi: sono alcuni dei casi accertati.
Infine, gli animali rubati, trafugati come fossero cose. In aumento i casi: grande è l’allarme in alcune zone. Centinaia sono, ad esempio, i cavalli rapiti ogni anno. Ogni giorno un numero importante di cani vengono rubati. Secondo il SOARDA dei Carabinieri Forestali, stando alle denunce presentate a livello nazionale, in media vengono rubati circa 3 cani al giorno, mille all’anno. Ma il numero oscuro, ovvero i casi reali non denunciati, è molto alto. La fenomenologia è varia e complessa, ma il più delle volte gli animali vengono rubati per il loro valore economico e finiscono poi al mercato nero o usati come riproduttori. La vittimologia animale vede a rischio i cani di razza con pedigree importanti, campioni di bellezza o campioni di caccia. A questi si aggiungono cani che vengono venduti tramite Internet e canali non ufficiali, come allevatori abusivi o privati che mettono annunci. Vi sono poi i rapimenti con le annesse richieste di riscatto.
Una situazione sicuramene non rosea per quanto riguarda gli animali nel nostro Paese. Per questo risulta estremamente importante che Governo e Parlamento approvino al più presto l’inasprimento delle pene nella riforma della legge 189 oggetto della petizione della LAV #MISALVICHIPUÒ.
Ciro Troiano