Il silenzio della ignavia
Un deputato della Repubblica Italiana, Francesco Cariello, nell’ottobre 2014, mi telefonò per chiedermi un grande suggerimento: “cosa potremmo mettere in finanziaria per provare a cambiare qualcosa nella nostra disastrata economia?”. Era un deputato della opposizione dell’epoca e in minoranza nel suo partito.
Una sfida non da poco ma dopo alcune ore gli scrivo di proporre la sospensione della corresponsione della sorte capitale per tutti i finanziamenti e mutui erogati dalle banche a famiglie e piccole imprese ed in via di restituzione. In pratica proponevo che mentre la corresponsione della sorte interessi deve rimanere intangibile, la parte della restituzione del capitale doveva divenire sospendibile a discrezione del debitore.
Era, suggerivo, necessario presentare al governo questa innovazione come un “aiuto” per la massa crescente dei debitori in difficoltà o vicino ad esserlo perché solo così ministri e “esperti” lo avrebbero condiviso; mentre invece era una operazione “filosofica” nel senso che le due poste sono teoricamente molto differenti e quindi da trattare in modo diverso mentre da sempre il sistema delle banche si era rifiutato di “chiudere un occhio” su chi pagava solo parte delle rate.
La legge (precisamente la 190/14 art.1 comma 246) è passata anche grazie a quell’innocente artificio ma con due modifiche in pejus: la prima era la tempistica: si imponeva un termine massimo di tre anni di validità della legge; la seconda era la sottomissione della realizzazione concreta agli accordi tra le parti sociali.
Molto istruttivo è stato l’accorgersi che nessuno – anche nelle Autorità economiche – si era accorto che la legge non riguardava solo coloro che erano in difficoltà, come avevamo fatto credere, ma tutti i debitori e quindi era uno strumento di rilancio della economia e cioè di politica economica di portata sistemica, non un atto caritatevole.
Ancora più significativo è stato l’ostruzionismo di tutti i Palazzi nella attuazione della misura che pur essendo una evidente panacea è stata avversata con tutti i mezzi.
Solo per l’indotto dell’impianto ex Ilva di Taranto fu prevista ex lege l’applicazione di questa misura.
Però dopo la iniziale avversione, allo spirare del termine previsto di validità della legge tutti gli accordi interbancari con tutte le Associazioni datoriali e consumeristiche hanno sempre avuto un richiamo alla possibilità di disgiungere la sorte capitale dalla sorte interessi. Fino ad applicare tale misura anche agli accordi con le grandi imprese.
La rivoluzione teoretica e accademica era riuscita in pieno ad onta delle opposizioni delle burocrazie interne alle banche e alle Istituzioni economiche e politiche. Infatti questi accordi significano che non solo i grandi tecnici delle banche avevano capito e condiviso ma anche le Istituzioni europee – che certamente erano state informate – avevano dato il via libera.
Alcune banche (poche) si erano accorte anche delle opportunità implicite in questa legge di fare lievitare i loro profitti e quindi della convenienza nella sua applicazione anche molto diffusa. Così mentre alcune banche hanno applicato tale misura in modo totalmente discrezionale e ridotto, altre -tra le quali una meridionale e un’altra che è parte di un gruppo francese- in modo molto aderente allo spirito originario della norma. Quindi anche i grandi gruppi bancari francesi sanno, condividono e applicano una … legge italiana … scaduta e senza neanche sentire il bisogno di una legge francese.
Il destino, lo dico sempre, è beffardo e c’è da giurare che nel prossimo futuro questa concezione nata in Italia e a Bari, che separa la sorte capitale dalla corresponsione degli interessi diverrà regola per il mondo intero.
E nessuno ricorderà questo nostro contributo.
Però l’economia italiana per la quale è stata pensata ha beneficiato in risibile maniera di questa rivoluzione.
Bilancio dell’intera esperienza a tutt’oggi:
nazionalità promotore: italiano;
legge: italiana;
applicazione: tardiva, parziale, molto migliorabile, spesso nascosta;
beneficiario maggiore: banca francese operante in Italia e suoi clienti;
università: assenti;
politici italiani: non sanno neanche che esiste e tanto meno si peritano di reintrodurla;
governo attuale: in altre faccende affaccendato;
elettorato e massa dei potenziali interessati/beneficiari: ignari.
Meditate: tutto ciò qualcosa di molto importante dovrà pure significare.
Canio Trione