Rubrica Oltre il Recinto – Rivoluzione
Tra sfogo e briciole di tenerezza
figlio della tensione,
della repressione e del sogno,
sei diventato fecondo.
I primi mesi crescono
tra il piacere superficiale,
l’attesa, nuove tensioni e nuovi sogni.
Ogni bambino,
infinita pulsazione divina,
cerca di adattarsi
alle contorsioni meccaniche
del corpo che lo ospita.
Il parto, felice giorno dell’accoglienza,
si rivela radicale
mutilazione di tutti i sensi.
E’ necessario difendersi.
Si riprende il cammino della vita
con una diffusa invalidità:
cresce la distanza, il vuoto, l’odio.
Nasce l’obbligo dell’educazione.
Si. Bisogna rieducare.
E’ un rincorrersi di luoghi comuni,
moralismi, addestramenti,
privilegi, benedizioni:
al servizio della mente.
Bisogna controllare, guidare, prevedere,
per mantenere ogni cosa
negli argini umani
nonostante la perversa ripetizione
di miserie, infelicità e insoddisfazione.
Certa religione cova tra questi labirinti
la sua promessa di paradiso e beatitudine.
Il riflesso sociale
di questo minuzioso,
quotidiano addestramento
è la burocrazia, il militarismo,
la gerarchia, lo sfruttamento.
La cultura,
frutto della progressiva riduzione
dell’universo alla misura dell’uomo,
è la fiera del nulla.
Viene il tempo della gioia.
E’ il tempo in cui si guarderà
a questi millenni di malattia
feroce e ripetitiva,
con sorriso:
forse era necessario per l’uomo,
per sopravvivere,
gonfiarsi come un pallone
e avere l’illusione di volare.
Ma tutto ciò
non sarà ancora la rivoluzione.
Il tempo della gioia
ricomporrà il mosaico della vita
e la malattia mortale
provocata dalla separazione
sarà un pietoso ricordo.
Ma non è ancora la rivoluzione.
L’unica rivoluzione è Dio.
L’esperienza, l’abbraccio,
la fusione con Dio.
La rivelazione del miracolo premeditato
in cui continuamente l’io
si rinnova e si trasforma.
E’ il tempo della meraviglia.
E’ il tempo nuovo
della meraviglia infinita.
Cadono le difese della mente:
tutte le costruzioni di pensiero,
l’orgoglio imbecille,
i vani tentativi di sottomettere,
di ridurre ogni cosa alla propria utilità,
le definizioni, le ipotesi, le parole.
Cadono le sensazioni:
quest’io delicato,
fonte di sottile superiorità,
di giustificazioni,
di pietoso lasciarsi andare,
culla di nostalgia e di speranze,
di depressioni ed esaltazioni.
Cade la morte, ultima amante.
Resta il corpo nudo,
cosi universale, così divino.
Si rivela una nuova conoscenza
per contagio immediato e materiale.
Si scopre il potere della coscienza,
il potere della verità.
C’è una deliziosa sensazione
di fluire in tutta la natura:
la stessa potenza e bellezza
che dà vita alle stelle
fluisce dentro di noi.
Ondate di luce e divinità
emergono piacevolmente
da ogni cellula
per tuffarsi in un oceano infinito.
E’ pienezza totale.
Salvatore Porcelli