Infiltrazioni mafiose in Toscana, la Fondazione Caponnetto: “Più volte abbiamo detto che il rischio aumentava”
La Camorra in Toscana mira ai finanziamenti pubblici per la ripresa post pandemia. È quanto emerso nel corso dell’operazione “Revenge” portata a termine alcuni giorni fa dalla Polizia e Guardia di Finanza di Firenze, sotto la direzione della DNA. Dieci persone sono state arrestate. Il clan camorristico mirava in modo criminoso anche ai finanziamenti Covid erogati per l’emergenza pandemica. Oltre al capoluogo toscano, anche altre province sono state interessate dalle indagini, tra cui Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza. I reati contestati sono stati quelli di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla ricettazione, furto, riciclaggio, indebita percezione di erogazioni pubbliche e violazione delle norme sull’immigrazione, detenzione e porto abusivo di armi ed esplosivi.
Sui tentativi della criminalità organizzata di approfittare dell’emergenza sanitaria, abbiamo scritto diverse volte su questo giornale, mettendo in evidenza i settori più a rischio e la strategia mafiosa in periodo di Covid.
In merito all’operazione toscana è intervenuta la Fondazione Antonino Caponnetto, attraverso una dichiarazione congiunta di Salvatore Calleri Presidente della Fondazione, e Renato Scalia dell’Ufficio di Presidenza, sottolineando come, nel corso degli ultimi due anni, “più volte aveva detto che il rischio di infiltrazioni criminali e/o mafiose a Firenze, Prato e non solo, con l’epidemia Covid aumentava in modo esponenziale. A febbraio 2021 – continua la Fondazione – avevamo mostrato tutta la nostra preoccupazione per l’ordigno lasciato davanti al ristorante in zona Leopolda. L’operazione anticamorra a Firenze e Prato coordinata dalla Dda e portata avanti da Guardia di Finanza e Polizia di Stato, ai quali vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, dimostra che le nostre analisi basate su relazioni ufficiali e riscontri oggettivi erano esatte e le nostre preoccupazioni fondate. Risulteremo antipatici nel dirlo ma la gravità della situazione Covid che ha visto l’aumento delle infiltrazioni criminali ci impone di tenere alta la guardia e di non sposare la cautela di chi minimizza per timore di toccare l’argomento mafia / criminalità organizzata / sversamento rifiuti. Si verifichino quindi tutte le acquisizioni sospette avvenute in questi anni e se ne scopriranno delle belle. Si affronti la questione mafia senza tabù”.
Proprio in queste settimane la Fondazione Caponnetto è stata impegnata nell’assegnazione del Premio OMCOM 2021; inizialmente noto come “Premio Sbirro” e “Premio Scomodo”, viene assegnato a chi combatte in modo ampio in difesa della legalità e della giustizia sociale. L’Omcom – Osservatorio Mediterraneo Criminalità Organizzata e Mafia – creato nel 2013 dalla Fondazione Caponnetto insieme alla Fondazione Mediterraneo, redige i report sulle infiltrazioni criminali.
I premiati di quest’anno sono: la campionessa mondiale di kick boxing Gloria Peritore, fondatrice dell’associazione “The Shadow Project”, accompagnata da Manuele Raini e Giada Scoccimarro; la giornalista ambientale Rosy Battaglia per le sue inchieste. Per la sessione Informazione il premio è stato assegnato ad Alessio Ribaudo, Cecilia Sandroni e a Gianni Scarpace. Walter Ganapini è stato premiato per la sessione Ambiente; infine, per la Legalità Gerardo Mastrodomenico.
Al termine della sessione del 16 settembre è stata trovata la targa intitolata al giardino ad Antonino Caponnetto imbrattata. È probabilmente un segnale diretto alla Fondazione Antonino Caponnetto che da tempo si batte contro lo spaccio di droga e le gang in loco.
Ciro Troiano