Il Paese delle regole al tempo del green pass
Controllo del green pass, sanzioni e sospensioni. Come orientarsi. I controlli, in merito al green pass, per quanto concerne ristoranti e bar, spettano al datore di lavoro. Se un esercizio commerciale ha più 15 dipendenti la sospensione è immediata. Queste sono solo alcune delle indicazioni dell’obbligo del green pass esteso ai pubblici esercizi come bar, ristoranti, pizzerie, caffetterie, sale gioco, ecc. Non solo. Con il decreto entrato in vigore dal 16 settembre, infatti, anche tutti i lavoratori dell’ospitalità saranno chiamati a presentare la certificazione verde per accedere al luogo di lavoro.
La Fipe (la federazione italiana dei pubblici esercizi) per chiarire alcuni punti sta realizzando un vademecum di massima da distibuire agli associati Da una cosa non si prescinde: l’obbligo da parte del datore di lavoro di non permettere l’ingresso al lavoratore sprovvisto di green pass. E questo riguarda anche i supermercati e i pubblici esercizi in genere. Il provvedimento è tanto a favore del datore di lavoro quanto del lavoratore. Il primo perché risponde sia nei confronti dei propri dipendenti della salubrità del posto di lavoro ai sensi dell’art. 2087 c.c. che nei confronti anche dei terzi ai sensi dell’art. 2049 c.c. per il comportamento illegittimo del proprio dipendente.
Se la cassiera del supermercato viene fatta lavorare senza green pass e ci sono dei contagi risponde il datore di lavoro verso i dipendenti e verso i clienti. Da un lato, quindi, c’è l’obbligo del lavoratore di mostrare il green pass, dall’altro un onere del datore di lavoro affinché verifichi che il lavoratore se sia in possesso del green pass.
In caso di mancato possesso del green pass al momento dell’accesso al luogo di lavoro, i lavoratori sono sospesi dalla prestazione lavorativa, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato.
Alla piccola impresa, che nel settore ristorazione può essere composta anche da un datore di lavoro con due o tre dipendenti come spesso capita per i piccoli bar o tavole calde, è data la facoltà di sostituire il lavoratore sprovvisto di green pass così da permettere all’impresa di continuare a operare e non essere costretta a una chiusura forzata.
Paola Copertino