Lo scenario da guerra fredda Nord Africano

Il Marocco e l’Algeria sono due Stati dell’Africa del nord, sono confinanti per 1427 km e si affacciano entrambi nelle stesse acque che bagnano l’Europa occidentale; gli equilibri diplomatici tra i due paesi, già compromessi da tempo, non sono mai state così tesi come nell’ultimo periodo.
Il 23 settembre, infatti, il Governo algerino ha annunciato la chiusura del proprio spazio aereo nei confronti dei voli provenienti dal Marocco sia militari che civili, decisione dalle pesanti implicazioni e ultima della serie di contese che i due Stati si portano avanti da tempo.
Le tensioni nascono dalla condizione di ex-Colonie francesi dei due Paesi (il Marocco fino al 1956, l’Algeria fino al 1962) e da rivendicazioni territoriali marocchine su due regioni attribuite dalle autorità francesi all’Algeria: il Béchar ed il Tindouf.
Per quanto i due Paesi abbiano raggiunto un accordo dopo la cosiddetta “guerra delle sabbie” nel 1963, da cui però il Marocco è uscito sostanzialmente penalizzato, le relazioni bi-laterali hanno subito dei deterioramenti importanti condizionando i rapporti internazionali dei due Stati.
Una prima questione fondamentale riguarda il Sahara occidentale, area occupata dalle forze spagnole fino al 1975, anno in cui la Spagna ha lasciato il territorio a Marocco e Mauritania, cosa che ha scatenato l’insurrezione del fronte Polisario (movimento nazionalista che da più di quarant’anni chiede l’indipendenza per quell’area dal governo centrale, peraltro riconosciuto dalle Nazioni Unite come rappresentante legittimo del popolo Sahrawi). Se la Mauritania ha abbandonato il territorio nel 1979, il Marocco invece continua a controllarne tutte le più importanti città e a sfruttarne le risorse naturali.
L’Algeria, che teoricamente non avrebbe motivo di interesse in questa disputa, si è schierata con il fronte Polisario supportandolo militarmente e finanziariamente, rendendo possibile la proclamazione della RASD (Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi). Nonostante nel 1991 sia
stato proclamato il cessate il fuoco tra i due Stati, e diversi protagonisti della scacchiera internazionale abbiano fatto pressioni per un referendum sull’autonomia della RASD mai realizzato, la situazione rimane tutt’ora molto tesa.
Il secondo argomento esacerbante le tensioni tra i due Paesi è l’ingerenza degli USA e di Israele. Nel 2020 sono infatti ricominciati gli attacchi del fronte Polisario nei confronti del Marocco portando l’allora Presidente statunitense Donald Trump ad intervenire riconoscendo la sovranità marocchina sul territorio. Questo gesto, dalla strategicità importante, ha successivamente portato il Marocco a riconoscere lo Stato d’Israele, determinando il fermo disappunto dell’Algeria visto il suo datato
supporto alla causa palestinese; essa inoltre ha accusato Marocco e Israele di aver sostenuto almeno uno dei gruppi sovversivi che avrebbero appiccato gravi incendi nel nord del Paese e di aver usato il software spia Pegasus (di fabbricazione israeliana) per monitorare cittadini e funzionari governativi marocchini.
La decisione algerina di sospendere i voli non arriva quindi inaspettata, la preoccupazione internazionale è che la situazione possa alterare ulteriormente gli equilibri di un territorio vasto molto instabile già tediato da grandi e gravi difficoltà, come la guerra civile nella vicina Libia o gli
attacchi jihadisti che dal 2015 affliggono i territori di Niger, Mali e Burkina Faso.
Ancora, più pragmaticamente, c’è timore per i circa 50000 marocchini presenti nel territorio algerino che senz’altro si vedranno costretti ad un rientro in patria, posto che i confini via terra tra i due paese sono chiusi già dagli anni 90 e adesso vi è anche la chiusura dello spazio aereo. Inoltre, non è escluso che il Marocco intraprenda misure altrettanto restrittive, aggravate dai recenti contrasti tra i due Paesi per questioni economiche relative alle esportazioni di gas in Europa, inconsueto caso di cooperazione tra le due nazioni ormai arenato.
Dobbiamo aspettarci di vedere un interessamento del mondo occidentale date le tensioni tra i due paesi, o ancora una volta ci si farà portavoce di diritti violati che nessuno avrà davvero interesse nel difendere?

Ninì Romanazzi