Il dilemma del salario minimo
Nello scenario economico-politico torna a riaffacciarsi il dilemma del salario minimo.
Il salario minimo viene presentato come una misura di equità sociale, per contrastare il lavoro nero e i contratti fantasma, che ci viene caldeggiata dall’Europa dove è stata adottata da 21 dei 27 paesi UE.
Una parte del mondo politico e sociale considera il salario minimo uno strumento per colmare il divario Nord-Sud.
Una breve considerazione.
In tempo di rigenerazione e rinnovamento sociale- economico in cui è doveroso ridare centralità all’uomo e alla sua dignità non puo’ più essere tollerato un sistema dove ci siano lavori sottopagati e i lavoratori vengono sfruttati con paghe inferiori alle 9 euro all ‘ora o dove si preferisce rinunciare ad un occupazione perchè è più conveniente percepire il reddito di cittadinanza.
Di conseguenza il salario minimo potrebbe essere un punto di partenza ma, per essere davvero efficace a colmare il divario nord-sud e garantire uno sviluppo a lungo termine, è fondamentale investire sul capitale sociale per stimolare la cooperazione e l’iniziativa economica-imprenditoriale con la valorizzazione delle risorse materiali e immateriali del territorio.
Antonella Cirese