Io sono no mafia

IO SONO NO MAFIA è sì uno spot istituzionale che trasmette il messaggio della Direzione Investigativa Antimafia in occasione del Trentennale della sua istituzione, ma è prima di tutto una presa di posizione netta, che non accetta compromessi, che crea un solco chiaro tra le persone oneste, con la loro “bellezza del fresco profumo della libertà”, e il “puzzo del compromesso morale” dei mafiosi, dei loro complici e di coloro che pensano solo ai fatti propri, vivendo all’insegna di quell’indifferenza che si traduce in connivenza.

La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) è un organismo investigativo con competenza monofunzionale, composto da personale specializzato proveniente dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, con il compito esclusivo di svolgere, in forma coordinata, attività investigativa preventiva sulla criminalità organizzata, nonché di effettuare indagini di polizia giudiziaria esclusivamente per i delitti di associazione mafiosa o comunque ricollegabili a tali sodalizi. Tra gli obiettivi strategici perseguiti, assume particolare importanza quello del contrasto alla forza economico-finanziaria della criminalità organizzata, che viene sviluppato con più strumenti ed in diverse fasi.

Un corpo interforze che ha lavorato sempre con discrezione, riserbo e fuggendo da qualsiasi forma di protagonismo: “Parlare poco Apparire mai” è il vessillo che lo accompagna.

La DIA, ispirata da un’idea dal giudice Giovanni Falcone che voleva creare una sorta di FBI italiana, persuaso che Cosa nostra non fosse affatto invulnerabile, che potesse essere contenuta e sconfitta, purché, per usare le sue parole, si sapesse “contrapporre organizzazione a organizzazione”, fu istituita il 29 ottobre del 1991. E proprio nel giorno dell’anniversario si è svolta la cerimonia del Trentennale nel Salone delle Feste del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sono intervenuti il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il capo della Polizia Lamberto Giannini e il direttore della DIA Maurizio Vallone.

In tutti questi anni le attività di investigazione preventiva hanno definito le caratteristiche strutturali, le articolazioni, i collegamenti interni ed internazionali, gli obiettivi e le modalità operative delle organizzazioni criminali.

Risultati e resoconti delle attività svolte ci vengono restituiti ogni sei mesi con la Relazione del Ministro al Parlamento. Un lavoro fondamentale per comprendere le dinamiche, i mutamenti e gli obiettivi dei sodalizi criminali.

La DIA, che per l’assolvimento dei propri compiti opera in stretto collegamento con le forze di polizia, si avvale anche di un’articolazione periferica, strutturata su dodici Centri Operativi e nove Sezioni distaccate che hanno competenza sull’intero territorio nazionale.

Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scanno di ogni magistrato e di ogni poliziotto”, asseriva Giovanni Falcone. La DIA sicuramente non ha deluso le sue aspettative.

Ciro Troiano