Noam Chomsk e qualche equivoco da chiarire
In un’intervista rilasciata a Marilisa Palumbo su 7, supplemento del Corriere della Sera, in occasione della pubblicazione, da parte dell’editore “Ponte delle Grazie”, del libro Precipizio, Il capitale all’attacco della democrazia e il dovere di cambiare rotta, Naom Chomsky dichiara: “Ora succede che segmenti delle generazioni più giovani autodefiniti progressisti copiano alcune di queste tattiche (n.d.r. soppressione del free speech e cancel culture; in altre parole, decisa resistenza a discutere punti di vista diversi dai propri) ed è sbagliato come principio e suicida dal punto di vista tattico: è un regalo alla destra”.
Più avanti, l’intellettuale, definito dall’intervistatrice, come di consueto, “radicale”, parla di una popolarità crescente tra i Democratici statunitensi dei “fascisti di sinistra”.
Nel corso dell’intervista Chomsky accenna anche alla confusione che si va registrando nella vita politica degli Stati Uniti d’America: per esempio, lo slogan defund the police (= togliere fondi e smantellare le forze di polizia) utilizzato dalla Sinistra farebbe, per l’allarme che suscita in cittadini per bene e amanti dell’ordine e della tranquillità sociale, il gioco dell’estrema destra; lo stesso avverrebbe per le critiche da Sinistra ai suoi personali e ripetuti interventi in favore del free speech. L’intellettuale, infine, critica aspramente, oltre ai democratici “fascisti di sinistra” anche i cosiddetti democratici “moderati”, definendoli “reazionari”.
In buona sostanza, nel giudizio di Chomsky della Sinistra statunitense si salva ben poco.
Il venerato Maestro, alla fine dell’intervista, ponendo la sua ciliegina sulla torta, sostiene che oggi l’Europa che “negli anni Trenta si muoveva verso il fascismo” ha “qualche forma di socialdemocrazia, mentre l’America, che in quegli stessi anni sembrava avere istanze prevalentemente progressiste, ora “si muove verso il protofascismo”.
L’intervistatrice, come si conviene di fronte a un uomo riverito e ossequiato della Sinistra occidentale, famoso per i suoi interventi a favore della libertà, non ha fatto domande impertinenti e ha lasciato a Chomsky l’opportunità di seguire, senza provocazioni, il filo logico del suo pensiero.
Qualche domanda, però, può essere consentita a noi, qui on line e tra pochi amici-lettori:
- Chomsky non ritiene che a provocare un certo disordine se non caos nel pensiero occidentale possa essere il suo male oscuro quello, cioè, di essere costituito da una somma di assolutismi religiosi e filosofici che hanno massacrato i concetti di libertà (e di free speech di ciceroniana memoria) propri del “meraviglioso antico” leopardiano: la civiltà greco-romana?
- Non crede che duemila anni di ebraismo e di cristianesimo (cattolico o protestante) e di filosofia idealistica (prima platonica e poi tedesco-hegeliana), distruggendo, con l’universalismo, l’individualismo pre socratico e sofistico, abbiano determinato con concetti di astratto e ipocrita buonismo, la fine di ogni concreta idea di libertà, volta a privilegiare l’esistenza senza condizionamenti ideologici di ogni persona umana?
- Esclude che il clerico-fascismo e il catto-comunismo siano nati per effetto della naturale alleanza dell’assolutismo religioso con quello filosofico dell’idealismo tedesco nelle due versioni di destra e di sinistra hegeliana?
- Non pensa che le oscillazioni dell’Europa tra il fascismo degli anni Trenta e il socialismo odierno e quelle degli Stati Uniti d’America tra il progressismo dell’anteguerra e il “protofascismo” attuale dipendano dal fatto che un vero pensiero libero ed equidistante, pragmatico e non ideologico (e, conseguentemente “contro” in modo fazioso) sia scomparso dall’Occidente dopo l’autoritarismo connaturato all’intransigenza delle religioni monoteistiche mediorientali e al dispotismo intellettuale di Platone e della sua Accademia (aperta soltanto a stanchi ripetitori del suo Verbo)?
- Perché il venerato Maestro non dà un’occhiata alla cinematografia sudcoreana (e, in misura minore, giapponese, con l’ottimo serial My husband won’t fit) che sta dimostrando al mondo come un pensiero libero, irreligioso e non fanaticamente ideologizzato, possa ancora la forza e la possibilità di debellare e di distruggere tabù millenari?
Luigi Mazzella