Quo usque tandem?

Fino a quando l’Occidente, il Vecchio e il Nuovo Continente, continuerà ad avvoltolarsi nell’irrazionalismo della sua vita individuale e collettiva che ormai rasenta la stupidità anche agli occhi dei suoi più convinti elogiatori?

La domanda Ciceroniana, per quanto riguarda l’Italia,  non può essere rivolta a nessun Catilina che trama dietro le quinte ma solo al popolo italiano che “di (sua) natura è frutto ogni (sua) vaghezza” per parafrasare il noto verso de Il passero solitario di Giacomo Leopardi.

Sempre per l’Italia, la cartina di tornasole, la soluzione alcolica (acquosa o ideoalcolica) usata per rivelare l’acidità di un prodotto darebbe il suo risultato più chiaro se immersa in quello che il Duce del fascismo chiamava il mare nostrum. Il “Bel Paese” rivelerebbe un livello di putredine superiore a quello di ogni altro Paese Europeo, unito alla più stolida incoscienza dei suoi abitanti. 

In Italia è stato assunto nel modo più cervellotico e stravagante possibile un provvedimento, probabilmente anche utile e necessario se preso osservando la logica, e un uomo politico della Repubblica è arrivato a vantarsene pubblicamente asserendo che eravamo stati i “primi” in Europa a farlo!

L’Italia ha introdotto “l’obbligo vaccinale”, come misura eccezionale e temporanea, nella piena consapevolezza della sua collocazione costituzionale border line, ma per “iunta e’ ruotolo” (come si dice a Napoli) l’ha fatto considerando i cittadini non uguali. 

A chi ha compiuto i cinquant’anni, anche se ricadente nella fascia più vaccinata d’Italia e normalmente meno portata a frequentare luoghi di assembramento che sono soprattutto giovanili, è stato imposto l’obbligo vaccinale (che è probabile abbia, in alta percentuale, già osservato) mentre a tutti i più giovani (dai quarantanove anni in giù) è stata, per converso, sia pure con capziosa interpretazione, concessa, ex lege, la piena libertà di continuare a comportarsi da  NO VAX.

Ora, un Paese che non s’avvede neppure delle assurdità più clamorose ravvisabili nel comportamento della sua classe politica e dirigente; che non parla neppure più di aderenza o contrarietà alla Costituzione, perché ha perso ogni fiducia che le cose possano cambiare anche perché non sembrano più  ipotizzabili interventi di “Dei ex machina”; che, ciononostante ciò, sembra appassionarsi, del tutto incomprensibilmente, per l’elezione di un Capo dello Stato che, ai suoi occhi, non dovrebbe promettere niente di buono,  provenendo dallo stesso ambiente che si rende quotidianamente protagonista di scelte tanto irrazionali quanto nocive; che sa di non avere mezzi di comunicazione per rendere palese il suo disagio dato che il sistema mass-mediatico è in mano di chi ritiene che “tutto va ben… madama la Marchesa!”… un Paese così può anche “chiudere i battenti” senza che nessun “curatore”, indigeno o straniero,  voglia mantenerne in vita l’esercizio.

Luigi Mazzella