Super esperti. Da licenziare in tronco
Non avremmo mai pensato di riparlare del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) o “fondo salva-Stati”.
Ma, in Italia, la tigna di certi personaggi (ben riconoscibili dal composto aplomb curiale, professionali ma privi di etica e onestà intellettuale, fedeli e attivi squadristi), che tornano sugli stessi argomenti finché non l’hanno vinta; che sono acquattati nel buio pronti ad azzannare; che dovrebbero stare molto lontani dalla “cosa pubblica” perché molto pericolosi per il Paese che ha dato loro i natali; che appaiono cinici, perfidi e prezzolati; che non si vergognano d’essere a favore di terzi pronti a svendere il Paese; che sono un virus come il coronavirus; questa tigna non si riesce a eliminare.
Questi personaggi vanno licenziati in tronco perché non si può sostenere che non siano consapevoli; quindi, sono stati mandati e sono complici.
Riscopriamo in sintesi il MES.
Il MES è il “fondo monetario EU” costituito per dare sostegno finanziario e assistenza ai Paesi membri, in caso di crisi e di probabile default.
È stato usato da Cipro, Spagna e Grecia; sappiamo qualcosa, dalle cronache, come è andata a finire. L’Italia è, fra i maggiori Paesi contribuenti alla dotazione del fondo con € 125,3 mld di cui versati € 14 mld.
Il MES fa prestiti. Le nuove condizioni, che erano molto aspre in origine, tanto da prevedere un commissariamento del Paese debitore dalla Troika (Commissione EU, BCE, FMI), si sono ammorbidite, ma sono pur sempre condizioni a garanzia del finanziatore.
Fermiamoci qui; basti qui sapere che siamo di fronte, banalmente, ad un prestito.
Nel caso particolare di un prestito all’Italia, è bene considerare che, essendo il nostro Paese uno dei maggiori contribuenti al fondo, il nostro Paese pagherebbe oneri su soldi propri, auto prestati.
Guardiamo, ora, cosa fa la BCE. Essa, che non è una banca tradizionale, è l’attore della politica monetaria; è l’istituzione europea delegata a stampare carta moneta al fine di “regolarizzare” il tasso di inflazione. In gergo, gestisce la liquidità del mercato.
Vediamo il giro del QE (Quantitative Easing).
Il Tesoro italiano emette Buoni che il sistema bancario italiano acquista. Il primo acquisto si chiama “mercato primario”.
Questi Buoni, vengono acquistati dalla BCE con moneta stampata ad un prezzo maggiorato rispetto a quello nominale di emissione; certamente di mercato ma falsato dalla prepotente posizione “acquista tutto” della Banca Centrale Europea. Il sistema bancario incassa il suo guadagno. Il commercio dopo il primo acquisto si chiama “mercato secondario”.
Quindi, la BCE scambia moneta stampata e cioè fasulla, che non vale nulla, con Buoni che, pertanto, non debbono essere ripagati ma che fruttano interessi visto il contratto di emissione.
Questi interessi non possono essere trattenuti dalla BCE (farebbe un indebito utile usando carta moneta stampata e contravverrebbe al suo statuto) e quindi vanno restituiti al Tesoro.
Questo giro significa che la BCE dà carta moneta fasulla al Tesoro che la usa come moneta vera; in cambio, il Tesoro cede alla BCE le proprie emissioni di BTP (buoni del tesoro pluriennali). I BPT ceduti alla BCE non debbono essere “scontati” alla scadenza perché, pagati con moneta fasulla, dovrebbero essere ripagati con la stessa moneta di valore nullo.
Quindi, non sussiste debito dell’Italia verso la BCE. Quand’anche il Tesoro decidesse di “scontare” a scadenza i suoi titoli, invece di rinnovarli, l’incasso della BCE (in soldi reali) sarebbe, di fatto, subito trasferito al Tesoro stesso.
Concludendo, un debito da non restituire, cioè inesigibile, non è debito.
Tuttavia, esso rimane, convenzionalmente e inspiegabilmente, ascritto nel debito pubblico del Paese senza poterlo distinguere da un debito vero quale quello verso il mercato reale. Sono evidenti, quindi, tutti i danni di credibilità finanziaria internazionale connessi.
Bisogna osservare che il giro suddetto vale per tutti i Paesi azionisti della BCE perché la moneta stampata è proporzionalmente suddivisa. In sintesi: MES è un prestito con danaro reale; il QE è immissione di liquidità con danaro fasullo: politica monetaria.
Tutti ora capiamo che i due temi sono assolutamente NON interscambiabili perché lavorano su piani del tutto diversi. Le differenze sono non sul piano della finanza o della norma contabile; sono differenze sul piano del diritto su cui i consulenti, citati nel titolo dell’articolo, non appaiono essere molto esperti.
Chi sono, infatti, Giavazzi, Guerrieri e Lorenzon, citati nel titolo dell’articolo?
Il primo è consigliere economico di Draghi; gli altri due sono economisti che collaborano con il primo. Tutti e tre, si dà per acquisito, conoscono perfettamente i due temi citati (MES e QE) e le loro profonde differenze.
Ma che cosa hanno proposto i tre nel bilaterale Francia-Italia?
- Cedere al MES i miliardi di debito pubblico italiano verso la BCE!
In altri termini, la assurda proposta italiana è sostituire un debito convenzionale (in moneta stampata) verso una istituzione che non può incassarli (quindi già di per sé non restituibile), con un debito vero da DOVER restituire (in moneta reale, quella proveniente dalla fiscalità generale, dal PIL).
La domanda non è peregrina: ma questi, ci sono o ci fanno? Poiché è scontato che non ci sono, visti i loro curricula, allora ci fanno. Quale è la tesi, dunque? Vanno licenziati in tronco, compreso il loro capo. Per curiosità, di quale importo si è parlato nel bilaterale Francia-Italia?
Il debito italiano verso la BCE è, al momento, di € 679 mld (il 29% del debito pubblico totale). Nel bilaterale si è proposto di trattarne solo la metà (ben € 350 mld) perché, prima, è necessario attrezzare il fondo MES non avendo esso adeguata disponibilità. Cioè l’Italia dovrebbe allineare il suo versamento iniziale (€ 14 mld), incrementandolo consistentemente e, poi, chiedere il prestito.
Siamo alle comiche! Senza considerare la fattibilità: come farebbe il MES a comprare dalla BCE il debito italiano con moneta reale se questa non può fare utile?
Ma, qui non è questione di soldi; potrebbe trattarsi solo di € 1 (uno). È proprio l’iniziativa in sé che appare incredibile e irricevibile. Osiamo dire: demenziale.
Guido Crosetto, nella sua intervista a Libero, è drastico: “se una parte del nostro debito pubblico dovesse passare al Mes sarebbe una catastrofe, diventeremmo un Paese sottoposto a possibili ricatti continui da parte della speculazione. Dimenticatevi di poter scegliere autonomamente un governo e un premier”.
E ancora: “Il trasferimento del debito al Mes prevederebbe probabilmente regole rigide da rispettare con poteri di intervento molto invasivi”.
Noi ci chiediamo cosa sia venuto a fare Mario Draghi in Italia. Che gioco vuol giocare? È mai possibile che l’Italia si debba difendere dai suoi governanti?
Antonio Vox, Presidente Sistema Paese – Economia Reale e Società Civile