Il diritto di scegliere. Romanzo di esordio di Marta Pisani

Un esordio convincente è quello affrontato da Marta Pisani con il suo romanzo “Il diritto di scegliere” edito da Florestano edizioni nel gennaio 2022 per la collana Echi di Storie.

La copertina ci porta già dentro la storia attraverso un’efficace foto color seppia. Due figure anziane salutano un bastimento in partenza. L’abbigliamento scuro, la posa con le spalle scese e il saluto della sola madre che si lascia andare all’emozione, il capo leggermente inclinato del padre che esprime un’aria contrita seppur di spalle, ci trasmettono la pena per una partenza dolorosa.

Siamo nel 1946, poco dopo il conflitto mondiale si raccolgono i cocci delle esistenze sopravvissute, delle fatiche economiche, della ricostruzione gracile. Anche i piccoli paesi della provincia hanno sofferto le restrizioni e seppur non patendo grandi numeri di feriti o di morti si ritrovano comunque in miseria e difficoltà. Seguiamo quindi le vicende di una coppia semplice e gentile, Carmela ed Antonio, casalinga la prima, coltivatore il secondo che con pacata tenacia portano avanti la famiglia numerosa. Un ambiente umile accoglie le loro storie fatte di quotidiano lavoro, risparmi, piccoli progetti e paziente futuro.

Come due formiche laboriose Carmela e Antonio allevano i loro sei figli e programmano il futuro delle figlie femmine. Camela è la più attenta e preoccupata poichè sa che la bellezza delle ragazze che ogni giorno si affina sempre più non è sufficiente ad assicurare loro un matrimonio. Occorre assolvere all’incombente corredo, così importante e preponderante nell’acquisizione della posizione futura. Tra una chiacchiera e l’altra delle comari nasce così un’ impensabile proposta. La bella Lucrezia è stata adocchiata da una famiglia che risiede in Argentina, “bella e sistemata”. C’è un bravo giovanotto con un buon lavoro e una vita dignitosa che vogliono accasare con una moglie fedele e rispettosa del loro paese di origine.

Nasce così un fermento familiare che alla fine porta alla foto di copertina. Lucrezia parte e si imbarca per l’Argentina. Ma siamo solo all’inizio della vicenda perché la vera esperienza è il viaggio e non la destinazione.

Il romanzo quindi si apre ad una concatenazione di racconti offerti dai passeggeri del bastimento. A Lucrezia si presenta un mondo totalmente nuovo, un universo di esperienze e conoscenze che lei neppure immagina data la sua vita di paese. L’espediente letterario, forse involontario, ci rimanda alla letteratura inglese, ai celebri Canterbury tales di Geoffrey Chauser in cui personaggi con svariate esistenze si raccontano. Conosciamo uomini e donne di diversa estrazione, con un passato da dimenticare in attesa di un futuro radioso. Il singolo diventa quindi emblema della società dell’epoca: provenienze, lavori, tradizioni, sogni e aspettative si intrecciano nella traversata di Lucrezia che ammaliata dalle diverse vite comincia a trasformarsi.

Lucrezia matura durante il viaggio, riflette sulla sua vita, ricorda le promesse fatte alla famiglia, immagina il futuro con lo sposo sconosciuto ma al tempo stesso si tormenta perchè accoglie le nuove conoscenze con entusiasmo e curiosità cominciando a vacillare.

Assistiamo quindi al suo percorso di crescita umana e di vita che ci condurrà per mano nel porto di Buenos Aires.

Lucrezia con i suoi pensieri e nuovi desideri rappresenta le donne della modernità, del passaggio all’autonomia decisionale e della conquista di se’.

Una storia densa e lineare nella quale chiunque può ritrovare una parte di se’, del proprio passato, dei racconti di un tempo, di profumi e richiami dimenticati.

Il romanzo Il diritto di scegliere sarà presentato il prossimo 5 marzo 2022 a Molfetta, città dell’autrice in un simposio letterario in cui il Prof. Gianni Antonio Palumbo dialogherà con Marta Pisani, incrociando momenti di lettura e musica. La serata fortemente voluta e curata dall’Associazione Molfettesi nel Mondo e dalla Commissione Pari Opportunità si svolgerà presso l’Auditorium Madonna della Rosa.

 Abbiamo incontrato l’autrice per porgerle alcune domande in anteprima.

Come nasce Il diritto di scegliere e da quanto tempo elaboravi questa bellissima storia?

Il diritto di scegliere nasce da quel fenomeno della mente chiamato “associazione di idee”. Sono ad una manifestazione per la Giornata della donna, ascolto una relatrice che sciorina le conquiste femminili nel corso degli ultimi decenni. All’improvviso la mia mente va ad un episodio lontano nel tempo, ad una piccola donna che ha sfidato le convenzioni per affermare un diritto: quello di “scegliere” il proprio destino.

In quale genere letterario inserisci il tuo romanzo?

Lo definirei un romanzo storico in quanto descrive un periodo ben preciso, come quello del secondo dopoguerra, in cui l’Italia, i paesi, le famiglie si trovano a fare i conti con le ferite del conflitto. La genesi del romanzo ha richiesto un lavoro di ricerca, di documentazione che si evidenzia attraverso le citazioni dei personaggi che hanno caratterizzato la politica di quegli anni.

Possiamo dire che il romanzo non ha solo Lucrezia come protagonista. Come detto nella presentazione, hai inserito racconti nei racconti. Una formula che mi ha rimandato alla memoria i Canterbury tales di Geoffrey Chauser. Storie nella storia, voci che raccontano scelte. Cosa ti ha spinto a questo inserimento?

Lucrezia, dopo un matrimonio per procura, si imbarca su una nave per raggiungere il suo sposo in Argentina. Qui incontra una “umanità galleggiante” che per sfuggire alla miseria cerca un riscatto in altro continente. Ho voluto raccontare alcuni vissuti di personaggi che non definirei secondari perchè sono emblematici di un periodo che non va assolutamente dimenticato. Ogni lettore può trovare nei loro racconti un rimando ad un nonno, uno zio, una cugina emigrati in Venezuela, in Australia, in America, sepolti nella memoria.

Senza svelare altri dettagli così da lasciare la curiosità al lettore, cosa rappresenta per te e quindi per noi Lucrezia?

Lucrezia non è solo una donna del passato. Possiamo sovrapporla alle tante Amina, Rashida, Saman di oggi che cercano in un angolo del mondo lo spazio per affermare il diritto all’autodeterminazione, al rispetto della dignità.

Annalisa Andriani