Sporca guerra

“Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale, ma la Quarta sarà combattuta con pietre e bastoni”, ci avvertiva Albert Einstein l’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale.

Ora, con l’escalation di questa sporca guerra in Ucraina, eufemisticamente e perentoriamente chiamata “Operazione militare speciale” da Putin, tra centrali nucleari a rischio bombardamenti e l’attivazione del sistema di deterrenza nucleare russo, l’avvertimento di Einstein diventa spaventosamente attuale.

“Le conseguenze saranno come non si sono mai viste nella storia” ha aggiunto minacciosamente Putin che, propaganda o meno, ostentazione di muscolarità o meno, dice di sentirsi lui “aggredito” dall’Occidente.

  Un aforisma di Nietzsche recita: “Si attacca e ci si fa un nemico per nascondere che si è attaccabili”. E’ l’atteggiamento psicologico di chi si trova, o semplicemente si percepisce, in una posizione di debolezza e digrigna i denti (minaccia nucleare) e morde (attacco dell’Ucraina) per primo per scoraggiare un’eventuale “aggressione” che, di fatto, potrebbe essere soltanto culturale e politica.

La democrazia è contagiosa e spaventa chi concepisce il potere in senso tirannico. Nella mente di chi pensa semplicisticamente in termini di difesa e di attacco, e oggettivamente la Federazione Russia ad est è circondata da Paesi in gran parte Nato, il timore che avvenga simile “aggressione culturale” scatta in maniera ossessiva. Per chi basa la sua esistenza sul potere e il suo esclusivo esercizio, vuole conservarlo a tutti i costi; probabilmente anche al costo di una Terza Guerra Mondiale. Tutti gli sforzi diplomatici ovviamente devono concorrere per scongiurare simile evenienza, anche se difficilmente il capo del Cremlino tornerà indietro sui suoi passi senza una chiara garanzia della Nato di neutralità dell’Ucraina. Ormai egli si è sbilanciato troppo e ogni giorno, a questo punto, alza ulteriormente la posta in gioco.

  Dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia (01/071991) e la successiva dissoluzione dell’Unione Sovietica (26/12/1991), il sogno della Grande Madre Russia è rimasto nelle idee di pochi ma potenti nostalgici, tra cui Putin e i suoi diretti sodali. Non fare  entrare la Federazione Russa nella Nato, condannarla all’emarginazione ed espandere l’Alleanza Atlantica ad Est, non sono stati atti lungimiranti. Allora non si scrisse alcun trattato, si basò tutto sulla parola, e ciò fu un errore.

Ovviamente la storia non si scrive con i se ma con i fatti, anche se essa deve servire per insegnare a non commettere gli sbagli del passato; la storia si fa col senno di poi, e questo assioma vale per tutti: aggrediti e aggressori. A questo punto della storia e della cronaca di guerra, che cosa sarebbe utile per tutti fare per scongiurare una disastrosa evoluzione di questa crisi mondiale? Non è utile certo inviare armi all’Ucraina, che è un gettare benzina sul fuoco. Credo che servano pure a poco le dure sanzioni che stanno facendo regredire ancor di più l’economia e le borse mondiali, non solo quelle della Russia. Serve invece dare quelle garanzie di sicurezza vincolanti negate alla Russia da trent’anni, poiché gli accordi basati sulla parola funzionarono solo sotto la presidenza di Bill Clinton; poi non furono considerate più vincolanti da Geoge Bush e sodali.

Si deve fare con serietà un buon accordo tra Russia, Europa e USA, dove Putin deve cessare immediatamente il fuoco e rispettare la sovranità dell’Ucraina, e l’Alleanza Atlantica deve garantire la neutralità dell’Ucraina. Non si può sapere quanto ancora Putin possa rimanere in auge, ma è certo che gli accordi seri superano le tentazioni dei tempi e anche gli altalenanti umori di un despota che ha mandato a combattere i propri soldati russi in ucraina, e inevitabilmente anche a morire (circa 500), che sta uccidendo senza pietà civili ucraini (circa 2000) e distruggendo città e infrastrutture ucraine.

Si deve e si può fermare Putin e anche chi verrà dopo di lui, non con le armi ma con seri e convenienti accordi fra le parti.

Angelo Lo Verme