La macellazione clandestina: un crimine silente
È un fenomeno criminale che stenta a richiamare l’attenzione che merita, ma qualcosa finalmente sembra iniziare a muoversi: nel giro di poco più di un mese sono state eseguite diverse operazioni contro la macellazione clandestina di animali.
Lo scorso febbraio è stata diffusa la notizia della scoperta di un’attività di macellazione clandestina in provincia di Cosenza. Scarichi abusivi e detenzione di animali pericolosi coronavano l’attività. Tutto è scaturito da un’ispezione igienico-sanitaria effettuata dai Carabinieri Forestale di Rogliano in collaborazione con i Nas di Cosenza. Nel corso di un controllo svolto in collaborazione con i veterinari pubblici, all’interno di un magazzino adibito a macellazione, i militari hanno trovato suini appena macellati privi di dispositivi utili all’identificazione o alla tracciabilità. Sono stati trovati anche, in un altro magazzino, diversi animali vivi privi di registrazione, oltre a due cinghiali, specie rientrante nell’elenco degli animali pericolosi, senza alcuna autorizzazione.
A Prato, invece, gli agenti del Reparto Territoriale della Polizia Municipale hanno fermato un furgone con all’interno otto capre fatte a pezzi e ancora sanguinanti poste in altrettanti scatoloni di cartone, mentre in buste di plastica per il confezionamento dei vestiti sono state trovate le interiora. Tutta la carne, destinata certamente alla ristorazione umana, era priva di qualsiasi documentazione sanitaria.
A metà febbraio, un’attività di macellazione abusiva di suini è stata scoperta dai Carabinieri della stazione Forestale di Sant’Agata de’ Goti (BN) e del Nipaaf a Durazzano, in provincia di Benevento. Dagli accertamenti eseguiti con l’ausilio di personale del servizio veterinario è emerso che i maiali erano tenuti senza alcuna documentazione e privi degli identificativi, marchi auricolari previsti dalla normativa. I responsabili dei suini non sono stati in grado di mostrare la tracciabilità degli animali.
Negli stessi giorni i Carabinieri del Nipaaf di Benevento e del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Salerno, insieme ai militari delle stazioni Forestali della provincia di Benevento, hanno posto sotto sequestro un macello, tre aziende zootecniche e una macelleria. Il provvedimento di sequestro preventivo è stato emesso dal gip di Benevento su richiesta della Procura sannita. I reati ipotizzati sono macellazione clandestina, ricettazione di specialità medicinali veterinarie e falsificazione dei modelli di movimentazione degli animali. Il provvedimento è scaturito da un’indagine avviata nel 2019. In particolare, le indagini avrebbero consentito di raccogliere elementi in relazione alla macellazione clandestina di diversi animali, prevalentemente ovini, ma anche suini, che avveniva in luoghi diversi dagli stabilimenti riconosciuti e, talvolta, nelle stesse aziende zootecniche, sottoponendo gli animali a sofferenze durante le procedure di abbattimento.
È noto che i mercati illegali di animali, il traffico di animali da allevamento rubati, e la macellazione clandestina pongono un serio problema di sicurezza alimentare. Questi traffici, infatti, sfuggono a qualsiasi controllo, anche a quelli sanitari; e in un periodo come quello che stiamo vivendo, anche a causa dell’emergenza peste suina, la cosa dovrebbe far riflettere non poco. Una situazione che non deve generare facili allarmismi, ma costituire un’occasione per alzare il livello di contrasto a questo malaffare.
L’abigeato, ovvero il furto di animali da allevamento, reato da sempre sottovalutato, è in realtà un vero business per la criminalità organizzata. Ci sono zone del Paese in cui è particolarmente diffuso per diversi motivi, non ultimi motivi storici e sociali; ma l’“industrializzazione” del settore zootecnico ha fatto variare molto le coordinate e le dinamiche geografiche.
Secondo diverse stime, sarebbero oltre 150mila gli animali da allevamento spariti nel nulla ogni anno a causa dell’abigeato. Denunce di furti o smarrimenti che sicuramente nascondono anche falsi furti denunciati per coprire la presenza di animali ammalati, che vengono poi macellati clandestinamente, o per evitare lo “smaltimento” di esemplari morti negli allevamenti.
Ciro Troiano