Scena del crimine: l’importanza del sopralluogo giudiziario

Con il sopralluogo giudiziario si ricercano gli elementi materiali costitutivi del reato e, più precisamente, si cerca di stabilire una connessione fra la loro acquisizione, il trattamento successivo (in laboratorio) e la loro interpretazione quali potenziali elementi probatori.

Il luogo del reato contiene molto spesso una quantità elevata di informazioni utili, che però occorre ricercare in modo accurato e soprattutto scientifico.

Per fare ciò si richiede all’investigatore conoscenza, attenzione e precisione; un elemento che in prima battuta non sembra importante può, successivamente, assumere grande valore nel corso dell’inchiesta, pertanto nulla deve essere lasciato al caso.

Si procede quindi con l’analisi del “contesto”, ovvero di tutto ciò che correla tra loro dati, elementi, fatti e circostanze, con rifermento al crimine che è stato perpetrato.

L’investigatore, o meglio ancora l’Analista Investigativo della scena del crimine, deve interpretare queste correlazioni evitando lo studio sulla singola traccia intesa come entità a sé stante. È proprio l’analisi del “contesto”, infatti, che consente di dare significatività, o meno, alle tracce, desumendo un significato a volte diverso da quello apparente.

La situazione che si presenta sul luogo del reato è estremamente dinamica ed appare quindi evidente l’importanza che occorre attribuire alle misure concrete che gli operatori di polizia, giunti per primi sul posto, devono adottare.

Il successo dell’indagine tecnico-scientifica dipende in modo determinante dalla capacità dell’ufficiale di Polizia Giudiziaria che per primo giunge sulla scena del crimine. Questi è tenuto a coordinare l’intervento dei vari operatori, che devono adottare immediatamente le misure necessarie per non alterare lo stato dei luoghi.

Da quel momento in poi, una seria e professionale attività di fissazione dello stato dei luoghi presuppone una chiara definizione dei compiti e delle competenze. La gestione di queste fasi preliminari implica un indispensabile coordinamento fra le parti intervenute: magistrato (a cui spetta comunque la direzione delle indagini) da una parte e Polizia Giudiziaria dall’altra, anche attraverso lo strumento definito Walk Through.

Paolo Vincenzoni

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(Fonte: Annales Doctrinae et iurisprudentiae canonicae XI – La Sessualità nella riflessione teologica nella proposta medica e nella dimensione giuridica – Libreria Editrice Vaticana)