Neonati a nanna e adulti a passeggio. Il segreto per crescere meglio e mantenersi in forma
Crescono meglio i neonati che dormono bene e si mantengono più giovani gli adulti che passeggiano.
I bambini vanno aiutati a trovare, già da quando sono neonati, il giusto ritmo tra sonno e veglia, mettendoli a letto sempre alla stessa ora e rispettando il loro riposo. Troveranno più facilmente la migliore forma fisica e la conserveranno per tutta la vita, quei neonati che dormono bene sin dai primi giorni dalla loro venuta al mondo. I ricercatori dell’Università di Boston, negli Stati Uniti, hanno compiuto questo studio e lo hanno pubblicato sulla rivista medica Sleep.
Gli scienziati americani hanno studiato per tre giorni e tre notti il sonno di trecento neonati, rilevando con precisione, un mese e sei mesi dopo la nascita, i momenti in cui erano svegli ed addormentati. Ogni bambino è stato classificato dagli esperti in base al peso, all’altezza, determinando chi aveva un peso normale e chi, invece, era in sovrappeso. Sono stati quindi analizzati i dati raccolti ed è stato scoperto che i neonati che dormono più a lungo, un’ora in più a notte rispetto alla media degli altri bambini, e quelli che durante la notte si svegliano più raramente, sono anche quelli più in forma. Ed è per loro inferiore del 26% il rischio di essere sovrappeso. Si sta cercando di capire quale sia la relazione tra la durata del sonno e il peso dei neonati. Con ogni probabilità, tuttavia, dormire più a lungo e in modo regolare aiuta i bambini a trovare in fretta il giusto ritmo dell’appetito, a sentirsi sazi prima e a mangiare la giusta quantità di cibo.
Esaminiamo ora un’altra fascia di età, sempre però relativamente al benessere.
Camminare è la forma di esercizio ideale per chi non è più giovane. Senza impegnare le articolazioni, allena il corpo, contrastando l’invecchiamento. Gli esperti hanno chiesto a un gruppo di ultrasessantenni di camminare a passo sostenuto tre volte la settimana per quaranta minuti. Hanno così scoperto che questo esercizio aiuta i pazienti ad aumentare la capacità polmonare, che, in media dopo quattro mesi era cresciuta del 20% e l’agilità, migliorata del 25%. Il rischio di essere colpti da una malattia seria, invece era diminuito del 40%.
Paola Copertino