Cosa succede a Barletta?
Barletta piange ancora, per la terza volta in sei mesi. Questa volta è stato trucidato un padre di famiglia, Giuseppe Tupputi di 43 anni, titolare di un bar, due bambine, da qualche giorno, sono senza più il loro papà, una vita spezzata da balordi senza scrupoli oramai padroni di una città dimenticata dallo Stato e da una parte rilevante della sua stessa cittadinanza. Non basteranno raccolte firme, fiaccolate, telecamere o la militarizzazione del territorio, occorre la mobilitazione delle coscienze da parte di tutte e tutti, diffondere percorsi di legalità, bellezza e rispetto nelle scuole, per le strade, fra le mura dei nuclei familiari senza rassegnarsi, adeguarsi all’orrore della violenza, della droga, della volgarità, del malaffare, dei voti comprati a 50 euro, della cultura mafiosa.
Giuseppe Tupputi è l’ultimo martire. Ad ottobre Claudio Lasala, di 24 anni, è stato ammazzato, la sua vita e quella dei suoi cari spezzata da due spacciatori tracotanti. Nelle indagini il delitto è diventato ancora più cruento grazie al silenzio omertoso dei tanti presenti, appunto, il cambiamento delle coscienze.
A Gennaio un altro 24 enne, Michele Cilli, è scomparso nel nulla. Sua madre non ha neanche un corpo su cui piangere. Gli arresti dei due presunti colpevoli, avvenuti dopo una complessa attività investigativa, anche questa volta sono stati ostacolati dall’omertà di chi sapeva e ha taciuto e tace ancora.
Questo è il clima, l’olezzo che inquina i cuori, d’altronde se il mastodontico Jova Beach Party è l’appuntamento clou dell’estate barlettana qualcosa per questa terra vorrà significare. Se tante e tanti non sanno la devastazione ambientale che trascina con sé quel “festacchione” ci meritiamo il degrado diffuso, se i dati sui tumori e leucemie fra i bambini di Barletta sono in vetta alla classifica con Campania e Piemonte interessa e scuote ancora troppe poche persone, non possiamo meravigliarci del virus dell’indifferenza che poi genera mostri; se la Bat è la prima provincia in Italia per furti di auto qualcosa vorrà dire; se nella Bat sono presenti i sequestri lampo degli imprenditori i segnali dovrebbero giungere forti e inequivocabili. Adesso la morte di Giuseppe diventerà passerella di quell’antimafia da “Tratattiva” di qualcuno o di uno stucchevole impegno civico della durata di qualche ora da parte di chi trae benefici economici da quell’impegno civico. Basta con gli attori, Barletta si riprenda la sua dignità.
Antonio Signorile