La ricerca delle tracce sulla scena del crimine

Uno degli scopi del sopralluogo tecnico è quello di ricercare ed assicurare gli indizi materiali quali elementi oggettivi di verifica delle testimonianze e delle varie ipotesi investigative che emergono in un’indagine classica di polizia.

Ne consegue la necessità pratica di essere in grado anche di giustificare logicamente il risultato negativo di un accertamento, dal momento che l’assenza di tracce è di per sé una traccia.

In tale quadro, se il sopralluogo come insieme di criteri logici rappresenta la fase strategica per l’analisi della scena del crimine, la ricerca delle tracce, unitamente ai rilievi fotografici, descrittivi e planimetrici, indicati nel complesso come “rilievi tecnici” ne costituiscono il momento tattico.

Il punto di partenza è sempre il “Principio di Locard” secondo cui due corpi che entrano in contatto scambiano reciprocamente del materiale sotto forme diverse.

Parallelamente, lo stesso principio sostiene scientificamente la possibilità di contaminazioni e di alterazioni da parte di chiunque altro, investigatori compresi, entri in contatto con la scena. Appare determinante, come regola basilare, che sulla scena ci si debba muovere sempre con criterio e sistematicità per evitare alterazioni o cambiamenti dello stato dei luoghi, sia per una corretta interpretazione dei fatti, sia per evitare di tralasciare importanti operazioni. Durante le fasi di ricerca delle prove, gli esperti procederanno ancor più con rigore per evitare di tralasciare elementi importanti.

Esistono diversi “pattern” o metodi di ricerca delle tracce: a strisce, a spirale, a griglia, a zone, a raggiera e point to point, ognuno presenta vantaggi e svantaggi e la scelta dipende essenzialmente dall’ambiente (interno/esterno), dalle dimensioni, dalla complessità, dalla dispersione delle tracce, dalla presenza di ostacoli e dalle condizioni di illuminazione.

Di enorme rilevanza, nella fase strategica e di pianificazione logistica dell’attività, appare la figura del coordinatore, il cosiddetto Responsabile della scena del crimine (Crime Scene Manager), che assicura, specie nei delitti complessi, il corretto svolgimento delle operazioni di rilievo e di documentazione dei fatti da parte dei vari componenti della squadra ed è in grado di gestire la situazione emergenziale attraverso un corretto flusso di procedure prestabilite. Questi sarà anche colui il quale procederà al fianco di altri investigatori per la valutazione sinergica degli elementi riscontrati e per l’interpretazione dei dati analitici sviluppati sia dall’attività medico legale sia dai laboratori forensi. In ultima analisi il Crime Scene Manager costituirà l’interfaccia tout court tecnico-scientifica anche in aula dibattimentale.

L’insieme organizzato di attività e di procedure di qualità costituisce quindi una garanzia nell’impostazione strategica dell’intera indagine, determinante anche per una futura eventuale rielaborazione come cold case.

In conclusione, rappresentando la prima e forse unica sede in cui vengono acquisiti gli elementi necessari all’indagine tecnico-scientifica, il sopralluogo deve essere eseguito con il massimo zelo e con scrupolosa professionalità, al fine di non tralasciare aspetti o particolari, che in seguito probabilmente non saranno più acquisibili.

Paolo Vincenzoni

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(Fonte: Annales Doctrinae et iurisprudentiae canonicae XI – La Sessualità nella riflessione teologica nella proposta medica e nella dimensione giuridica – Libreria Editrice Vaticana)