La crisi del posto fisso

La pandemia ha scosso il vecchio modello produttivo-consumista spostando l’attenzione sulla necessità di conciliare lavoro e vita privata.

Le nuove generazioni stanno scoprendo il piacere di valorizzare il tempo libero raggiungendo un equilibrio con le proprie aspettative di lavoro. Un nuovo modello economico fondato sulla centralità della persona, sulla valorizzazione del territorio con le sue risorse umane e sociali non potrà che rifiutare i maxiconcorsi nazionali, generici e non orientati per specializzazione professionale e per limitazione territoriale.

Un vento diverso soffia da Sud dove i giovani, consapevoli delle proprie capacità e concreti nel fare i conti, cominciano a disertare i posti fissi al Nord dove i costi degli affitti sono altissimi rispetto ai salari troppo bassi.

Un segno visibile del cambiamento viene proprio dal fallimento dei concorsi per il PNRR al sud.

I dati parlano chiario il primo concorso Sud, puntava a reclutare (a tempo determinato, con un contratto di tre anni) 2.800 amministrativi per l’attuazione del Pnrr nelle regioni meridionali, ma le assunzioni sono state 800, il secondo concorso (Coesione, questa volta) nel 2022 ha messo a bando 2.022 posti, ma gli idonei sono stati solo 728.

Il mondo del lavoro sta cambiando ed un ruolo importante dve avere la scuola con formazione e informazione ma nello stesso tempo, tenendo conto che i giovani sono disposti anche a lasciare un posto fisso per trasformare una loro passione in lavoro, spetta alle istituzioni, alle imprese, alla comunità civile rendere attrattivo e sostenibile il mercato del lavoro.

Antonella Cirese